Ieri si e’ definitivamente concluso il capodanno cinese, mentre Pechino festeggiava con almeno 5 ore di fuochi d’artificio sulle strade, in tutti i compound, il cielo si contornava di fiori rossi, d’orati, verdi, argento,che impongono il naso all’insu’.
In casa si era intenti a preparare una cena, pasta alle cime di rapa cinesi e pollo al limone italiano, mentre i tre seduti al tavolo, parlavano con lo sguardo basso dell’Italia.
L. dice in Italia non c’e’ piu’ speranza, e’ appena tornato da una piccola vacanza, raccontava dei colori e delle paillettes delle televisioni, del telegiornale senza piu’ un riscontro critico sulla notizia. Dal premier e delle sue gentili osservazioni sulle donne italiane e del bisogno di far scendere in strada l’esercito per difenderle dall’assalto di bruti (immigrati, sempre) per la loro bellezza.
M. mangiava pasta e cose verdi e annuiva in silenzio. Dice che mi presta Shenzhen, il fumetto.
Io accucciata sulla sedia, ascoltavo e afferravo pezzetti di pollo, non male in effetti.
Mentre i tre amici si ascoltavano parlando di fallimenti e rivincite, conoscendosi sempre un po’ di piu.
Nella parte fighetta della City, la zona in cui c’e’ il palazzo della televisioni, l’enorme Building che a me personalmente affascina, anzi proprio li’ davanti un altro palazzo prende fuoco. Un enorme drago di fuoco. E’ un hotel, 44 piani, 241 stanze, utilizzato per le Olimpiadi ma non ancora aperto ufficialmente e’ stato immerso dalle fiamme.
La causa, per ora ignota, forse i fuochi di artificio?