Archive for February 10th, 2009

Il suono perduto

Tuesday, February 10th, 2009

 

Una volta sono stata in India. Esperienza forte, come non mai, un paese che ti prende alla gola e alla pancia e non puoi fare a meno di aggrottare le sopracciglia o di spalancare gli occhi alla vista dei colori.

Tutti i sensi del mio corpo sono stati avvolti da quel paese. Per amore ho registrato i suoni dell’India, mi chiedo dove sia ora quella cassetta. Solo suoni, suoni diversi da quelli del mio paese, suoni gracchianti e acuti delle voci della gente, nei piccoli ristoranti e dei mendicanti. Degli artigiani e dei loro attrezzi. Andavo in giro con un piccolo registratore, quello piu’ analogico che esista al mondo, con un nastro all’interno e registravo. Ho anche registrato il suono della montagna a dolangi nell’Himachal Pradesh.

Anche a Pechino, c’e’ chi registra i suoni del passato che andrebbero irrimediabilmente perduti. Questo e’ qualche cosa che accomuna ogni essere umano, cio’ che ascoltavamo in passato e caratterizzava una professione, (l’arrotino e l’ombrellaio), una scadenza (campane, campanelle, trilli), vengono meno. Rimpiazzati dal digitale o scomparsi definitivamente.

Ecco perche’ segnalo The lost sounds of old Beijing. Ascoltate!

 

 

 

Burn After New Year

Tuesday, February 10th, 2009

 

Ieri si e’ definitivamente concluso il capodanno cinese, mentre Pechino festeggiava con almeno 5 ore di fuochi d’artificio sulle strade, in tutti i compound, il cielo si contornava di fiori rossi, d’orati, verdi, argento,che impongono il naso all’insu’.

In casa si era intenti a preparare una cena, pasta alle cime di rapa cinesi e pollo al limone italiano, mentre i tre seduti al tavolo, parlavano con lo sguardo basso dell’Italia.

L. dice in Italia non c’e’ piu’ speranza, e’ appena tornato da una piccola vacanza, raccontava dei colori e delle paillettes delle televisioni, del telegiornale senza piu’ un riscontro critico sulla notizia. Dal premier e delle sue gentili osservazioni sulle donne italiane e del bisogno di far scendere in strada l’esercito per difenderle dall’assalto di bruti (immigrati, sempre) per la loro bellezza.

M. mangiava pasta e cose verdi e annuiva in silenzio. Dice che mi presta Shenzhen, il fumetto.

Io accucciata sulla sedia, ascoltavo e afferravo pezzetti di pollo, non male in effetti.

Mentre i tre amici si ascoltavano parlando di fallimenti e rivincite, conoscendosi sempre un po’ di piu.

Nella parte fighetta della City, la zona in cui c’e’ il palazzo della televisioni, l’enorme Building che a me personalmente affascina, anzi proprio li’ davanti un altro palazzo prende fuoco. Un enorme drago di fuoco. E’ un hotel, 44 piani, 241 stanze, utilizzato per le Olimpiadi ma non ancora aperto ufficialmente e’ stato immerso dalle fiamme.

La causa, per ora ignota, forse i fuochi di artificio?