Archive for January, 2009

Inizio di questo 2009

Sunday, January 25th, 2009

 

Sono tornata adesso, notte fonda. La città è ancora viva, sveglia, si sentono in lontananza i fuochi d’artificio che smetteranno per poche ore e poi di nuovo, riprenderanno a più riprese. Oggi è capodanno, cinese, ovviamente.

La mia personale chunjie di quest’anno mi haportato sul quarto anello sud a casa di un’amica. I genitori di lei, hanno sfornato dallo wok di turno fagiolini con carne dal sapore finalmente casalingo e tante altre pietanze colorate, il colore nella cucina cinese ha sempre un gran valore, rosso verde, marrone, arancione, giallo e funghi. 

Una casa al 21esimo piano, quella in cui siamo arivati dopo che la casa a xizhimen è stta distrutta, mi dice M.M, mi guardo intorno, pareti bianche mobili kitch cinesi, lampadario da discoteca e un enorme televisiore. La cena tra chiacchiere tra il vero più e meno sono andate avanti, tra noi italiani che  ci destreggiavamo nell’afferrare pesce con le spine e la madre che sogghignava sulle nostre difficoltà nell’acchiappare i piccoli pezzi di cibo.

La signora, una madre un po’ fredda e il padre un tipo curioso, ci hanno versato il thè con cortesia, seduti sul divano ci siamo immersi, incredibilmente nello show della serata televisiva. Il grangala di capodanno, dal 1983 che va in onda, seguito tutti gli anni da milioni e milioni di persone. Coreografie che solo i cinesi sanno fare, acrobati e arti marziali in primo piano, voci acutissime di donne cantavano vecchie canzoni, che tutti i trentenni sanno, dice sempre M.M, le ripetavano alla radio in continuazione, prima non c’era tanta varietà di musica.

Le 24 arrivano con calma, fuori c’erano già stati i tanti accenni ai fuochi, ma finalmente mezzanotte, finalmente altri colori, saliamo sul tetto del palazzo, da una piccola finestrella nel corridoio, ecco il vento e le mille forme che la polvere da sparo sa dare. Rosso, giallo, verde, bianco, tanti e ovunque a 360 gradi, Pechino è felice, nonostante tutto è felice.

O forse non ci pensano poi troppo, un’occasione per festeggiare, benvenga anche questo anno. 

Vado a letto, buon anno ancora a tutti.

 

BUON ANNO

Sunday, January 25th, 2009

 

                                      a tutti buon anno del bue

    (che si facciano quadrati e cerchi con l’utilizzo fantasioso di compassi e righe)

 

                         

La canzone

Thursday, January 22nd, 2009

 

Avevo 6 anni

Outside another yellow moon
Has punched a hole in the nighttime, yes
I climb through the window and down to the street
I’m shining like a new dime
The downtown trains are full with all of those brooklyn girls
They try so hard to break out of their little worlds

Well you wave your hand and they scatter like crows
They have nothing that will ever capture your heart
They’re just thorns without the rose
Be careful of them in the dark
Oh, if I was the one you chose to be your only one
Oh baby can’t you hear me now, can’t you hear me now

Will I see you tonight on a downtown train
Every night it’s just the same, you leave me lonely now

I know your window and I know it’s late
I know your stairs and your doorway
I walk down your street and past your gate
I stand by the light at the four-way
You watch them as they fall, oh baby, they all have heart attacks
They stay at the carnival, but they’ll never win you back

Will I see you tonight on a downtown train
Where every night, every night it’s just the same, oh baby
Will I see you tonight on a downtown train
All of my dreams they fall like rain, oh baby on a downtown train

Will I see you tonight on a downtown train
Where every night, every night it’s just the same, oh baby
Will I see you tonight on a downtown train
All of my dreams just fall like rain, all on a downtown train
All on a downtown train, all on a downtown train
All on a downtown train, a downtown train

 

blog di (quasi) primavera

Thursday, January 22nd, 2009

 

Saranno tre giorni di freddo, il vento e’ cominciato ieri sera alle 23.30, quando mi e’ arrivato un messaggio da un amico che mi aggiornava dell’evento, vabbe’, ero gia’ a letto abbracciata a tre piumoni.

Saranno pero’ gli ultimi giorni di inverno, e’ festa di primavera tra pochi giorni, c’e’ poco da fare lo dice la parola,  春节chunjie, festa di primavera appunto. Una settimana dopo il capodanno cinese arriva finalmente il cambiamento, arrriva il momento di godersi la strada che faccio tutte le mattine per andare a lavoro, alzero’ la testa per sentire l’aria fresca e piano piano riapparira’ l’ananas e la papaya.

Ora sono in ufficio, non voglio muovermi. Devo cercare di essere piu’ incisiva nell’articolo che devo corregere, essere piu’ incisiva?

La soluzione e’ leggere, mi sono messa a spulciare articoli on line, blogger, scrittori, studiosi, o semplici appassionati. Dall’intervista fatta e’ uscito questo nome, 杨东平 Yang Dongping. Un docente, un sociologo dell’educazione, ma anche qualcuno che partecipa attivamente al cambiamento della societa’, quacuno che non se ne tiene in disparte, commenta e stimola discussioni.

Come essere un maturo attivista alla cinese. Consiglio a tutti il suo blog

NGO (china)

Wednesday, January 14th, 2009

 

Appena arrivo in ufficio, contenta di leggere questo articolo, anche su di noi     

 

 

                                             

La fenice

Tuesday, January 6th, 2009

 

 

che la fenice more e poi rinasce,
quando al cinquecentesimo appressa
erba né biada in sua vita non pasce,
ma sol d’incenso lacrima e d’amomo,
e nardo e mirra son l’ultime fasce.

(Inferno XXIV, 107-111)

 

Wuhan (parte seconda): La casa

Tuesday, January 6th, 2009

 

I motivi per la discesa al sud erano due, il secondo e’ stato appunto la visita a casa di 4 amici.

Di questa casa, situata alla periferia di Wuhan ne avevo sentito parlare, M. mi aveva spedito gia’ una ventina di fotografie, mi ha pero’ stupito la posizione, lontana ma comoda, per arrivare una lunga strada tra nebbia e laghi, vegetazione e atmosfera invernale dell’Hubei. Un capolinea degli autobus accanto e un mercatino di frutta e verdura sulla strada. Dalla strada principale ad una stradina, ad un cancelo di ferro ed eccoci finalmente dentro.

So che M. ha fatto del suo meglio per mettere in ordine, lo conosco e mi conosce. La casa e’ una palazzina a tre piani con un giardinetto fuori, con uno spazio per poltroncine rimediate li’ per li’, ma comode, accanto al posto per fare il fuoco. Wuhan come tutto in tutto il sud della Cina non ci sono riscaldamenti, d’inverno nevica, i cinesi sopportano.

L’interno e’ grande, stanze con tavoli che si alternano a stanze da letto dei 4 ragazzi, scale e bagni, la cucina da sulla parte retro della casa. Alpiano di sopra altre stanze da letto, un bagno e una stanza che ha ospitato la bella comitiva di Laowai, al piano ancora di sopra con accesso tramite una fragile scalinata di legno ed ecco un’altra stanza e un balconcino, il tutto ancora da rimettere a posto.

Cos’e’ questa casa? 

E’ sicuramente uno spazio aperto ad iniziative che man mano si andranno delineando.  Non voglio iniziare a fare considerazioni e paragoni, tutto troppo differente, bisognerebbe prima sempre osservare e poi aprire bocca. E’ un posto, comunque da visitare se avete voglia di vedere un’altra, ennesima faccia della Cina.

                                                                          

                                                                            我们家

                                                                  social centre (wuhan)

 

Penniche

Sunday, January 4th, 2009

 

Ho sempre stimato il modo appennicarsi*dei cinesi.

In metropolitana, collo appeso e via con grossi sogni. Sara’ la levataccia mattiniera della maggioranza della popolazione, sara’ il rinomato stress, la competizione, la stanchezza, ma e’ incredibile come le gente riesce a dormire in posizioni scomode e’ dire poco, in piedi, appoggiati alle spalle altrui, seduti sulle valigie, con la testa reclinata indietro o appoggiati al finestrino con meno 10 gradi fuori.

Dormono i politici, sorpresi a sonnellini alle conferenze di partito, ma questo e’ nulla, loro sono forniti di comode sedie…

Lui, studente esausto e’ un genio. posizione incredibile:)

*appennicarsi