Archive for December 14th, 2007

Window of the world

Friday, December 14th, 2007
Quando mi hanno proposto di andare al "window to the world" non sapevo neanche cosa fosse, ero a Shenzhen da poco, un giorno appena, senza guida e acconsentivo ad ogni tipo di proposta. Allettata dal clima tropicale, dal caldo e dall’ananas trovabile ovunque. Ho chiesto a Jinji di spiegarmi brevemente che cosa avesse in progetto e quale sarebbe stato il posto dove saremmo andate. Lei, tranquillamente, mi disse che vorrebbe andare a visitare un parco dove ci sono monumenti in miniatura di 118 paesi. A quel punto mi sono immaginata con il cappellino giallo da turista, italiana e-o cinese, in fila per la vera attrazione turistica, magari seguendo anche la guida con bandierina tra le mani. Mi sono rabbuiata, scettica di ritrovarmi nel casino al sapore di popcorn. Ovviamente mi faccio convincere in fretta, prendiamo autobus e metro ed eccomi sbucare fuori dalla stazione, mi guardo attorno, un’enorme piazza, con scritto in grande OUR WORLD. A questo punto, mi sono davvero spenta. Ho cominciato a pensare con quale e quanta facilita’ noi stranieri possiamo viaggiare, di solito non abbiamo nessun problema per avere il visto, in europa si viaggia anche senza passaporto. Il piu’ delle volte alla domanda di qualche amico cinese che mi chiede quanti paesi ho visitato fino ad adesso, mento, non dico tutto, mi limito, vergognosa della mia liberta’. Al vedere quella scritta, ho pensato che la praticita’ cinese e’ anche questo. Non possono viaggiare liberamente come tante altre persone e quindi perche’ non progettare un mondo intero, o quasi, in miniatura 1:15. 
Non riuscivo a capire che volevo fare, ero in mezzo questa piazza gigante, pensavo ad uno dei diritti piu’ importanti che l’uomo dovrebbe avere, quello della liberta’ movimento, lo spostarsi da una nazione all’altra, vedere con i proprio occhi quello che c’e’ al di la’ dei confini naturali e non, pensavo a persone che conosco che si mangiano le mani per non aver la possibilita’ di andare in viaggio in europa o sud america. Riflettevo sulla questione dei visti, in Cina se hai i soldi, parecchi soldi viaggi ottieni il visto facilmente, un bel po’ di burocrazia, carte da compilare, ma alla fine viaggi. Se invece sei uno studente universitario e con un conto in banca abbastanza irrisorio, allora non c’e’ verso.
Quindi immersa in questi pensieri compro il biglietto e varco l’ingrasso del parco, lascio Jinji e famiglia alla loro passeggiata domenicale e mi avvio da sola con la testa intrisa di pensieri poco allegri. I monumenti in miniatura e famosi scenari cominciano a spuntare ovunque, la torre Eiffel, la castate del Niagara e poi Ankor Wat in Cambogia. Lo devo ammettere, senza nessuna scusa, sono davvero fatti bene in tutti i loro piu’ piccoli particolari. Osservo i turisti che si fotografano a vicenda, per una volta accanto alla casa da te’ Giapponese, fintamente accanto al World Trade Center a New York. Io, da occidentale, comincio a cercare le miniature del mio paese, ecco che dell’Italia abbiamo la torre di Pisa, il colosseo e il Vaticano.
Davanti al colonnato di San Pietro, perfetto, un bambino chiede alla madre:" Mamma che paese e’ il Vaticano, dov’e’?" La madre risponde:" Bhe, proprio non lo so…"
Atei e pratici.
Un binomio da cui noi italiani dovremmo imparare davvero molto.
 
 
 
 

糖葫芦 Tanghulu

Friday, December 14th, 2007

Il tempo delle feste natalizie, ci avviciniamo al 25 dicembre, mentre l’europa impazza con alberi di natale, traffico sulle strade, regali assolutamente da fare e scorte per il cenone, in Cina si cerca piuttosto un pretesto per divertirsi, per prendersi un momento per cenare con gli amici, insomma il Natale va di moda, strano da dire e da scrivere. Inutile dire che l’atmosfera finto-natale si percepisce nel suo essere effimera. Una cosa sola qui c’e’ di assolutamente natalizio che noi non abbiamo, sono i 糖葫芦 Tanghulu.

"tanghulu…tanghulu…" si puo’ sentire nelle strade, gridato da venditori su biciclette e carretti. Loro pedalano e dietro le loro spalle tengono un contenitore dove vengono infilati tanti bastoncini, sui quali c’e’ un gran varieta’ di frutta, prima immersa in uno zucchero carammellato. Le piu’ moderne versioni offrono: banana, noci, kiwi e mandarino, io sono un’affezionata della tradizione, per cui piu’ semplice e meglio e’, adoro il 糖葫芦 tanghulu con il 山楂 shanzha. Quest’ultimo non e’ altro che il frutto del biancospino cinese, sembrano piccole melette rosse dal sapore un po’ amarognolo, hanno un’altissima proprieta’ nutritiva, ma soprattutto facilita la digestione e riducono i problemi cardiovascolari, almeno questo e’ quello che mi ha detto una signora che mi ha visto trottorellare tutta felice con il mio tanghulu per il condominio.

Per chi arriva in Cina in inverno non puo’ non essere incuriosito dalla vista degli spiedini colorati, mi ricordo una volta passeggiavo su un lago giacchiato a Tianjin con una mia amica e in mezzo al laghetto un signore, bibicletta e tanti colorati tanghulu. Onestamente non so bene perche’ mi ricordano il Natale, forse per un associazione mentale del tutto personale: natale-inverno-freddo-neve-strade-tanghulu.  Comunque assaggiateli.