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Folla

Thursday, December 20th, 2007

Premetto che ero e sono di buon umore, la giornata inizia e come ogni giorno mi ritrovo sulla strada verso la metro, ma oggi a differenza degli altri giorni entro un’ora dopo a lezione, quindi alle 8 e un quarto sono sulle scale della linea 5, la metropolitana meno costosa, ma probabilmente la piu’ affollata del mondo. Cauta cerco di scovare la parte dove si affolla meno gente, ma a dir la verita’ c’e’ gente ovunque, pochi ragazzi e bambini che gia’ sono in classe a fare lezione, adesso sono piu’ lavoratori, di ogni genere, dalla segretaria al designer, all’architetto al muratore. Ecco che arriva la metropolitana, e’ traboccante di gente, tutti accalcati, e senza via di scampo so che devo salire sul carro moderno. Le porte si aprono, nussuno scende, io sospiro, ringrazio il cielo o il cuscino o il sonno prolungato che mi fa essere di buon umore, trattengo il respiro e mi butto nella folla. Non c’e’ bisogno di camminare vengo sospinta da persone che mi sono dietro e mi fermo a cusa di quelle che mi sono davanti. Tutti trattengono la loro rabbia e difficolta’. In queste situazioni i cinesi danno il meglio di loro stessi in cio’ che gli viene piu’ facile, in quella che io considero una straordinaria qualita’`del popolo cinese (ogni qualita’ ha il suo risvolto negativo, ma questo lo scrivero’ in un altro post): i cinesi hanno una capacita’ di sopportazione straordinaria, da far invidia anche al piu’ cristiano dei cristiani. In mezzo a tutta quella folla c’e’ il volto serio e dignitoso di una donna con i capelli un po’ arruffati, in quanto il gomito di uno sconosciuto le sbatte a scadenza ritmica, paziente non sbraita contro il tipo, detiene la posizione conquistata, accanto all’uscita, le porte si aprono, si sente l’altoparlate che piano scandisce ripetutamente la frase, prima si scende poi si sale, prima si scende e poi si sale, prima si scende e poi si sale, ma in questa affollatissima circostanza, tutti si buttano fuori in un istante, e chi povero vuole salire, ha fatto male ha non aspettare, viene travolto da una marea di gente.  Arrivo finalmente alla mia stazione, scendo, anche qui, senza bisogno praticamente di camminare mi ritrovo sulle scale verso la via d’uscita circondata da persone che come me vanno in quella direzione. Andare controcorrente un’impresa, la via e’ una sola.