Archive for the ‘Varie ed eventuali’ Category

Felicita’ e follia

Thursday, June 17th, 2010

 

Per chi volesse tentare una definizione, c’e’ lo spazio sottostante da utilizzare. Mentre giravo per la citta’ pensavo all’intreccio che questi due stati dell’animo possono dare. Quando la razionalita’ viene meno, ma e’ corretto dire che chi e’ felice e’ irrazionale, chi e’ pazzo e’ irrazionale? Sottostanno anche questi due moti intimi all’estrema soddisfazione di un bisogno?

Lo spunto per la mia diatriba e’ nato da questo documentario shiritan 十日谈, una giovane cantante pop di Hongkong intervista delle persone eccentriche, forse folli.

Al limite tra la felicita’ , la disperazione e la follia.

Né il giovane indugi a filosofare né il vecchio di filosofare sia stanco. Non si è né troppo giovani né troppo vecchi per la salute dell’anima. Chi dice che non è ancora giunta l’età di filosofare, o che l’età è già passata, è simile a chi dice che per la felicità non è ancora giunta o è già passata l’età. Cosicché filosofare deve e il giovane e il vecchio: questi perché invecchiando sia giovane di beni per il grato ricordo del passato, quegli perché sia a un tempo giovane e maturo per l’impavidità nei confronti dell’avvenire. Meditare bisogna su ciò che procura la felicità, poiché invero se essa c’è abbiamo tutto, se essa non c’è facciamo tutto per possederla.

Epistola a Meneceo, Epicuro

Per chi parte

Thursday, June 10th, 2010

 

Gia’, scrivere un blog ha alti e bassi.

La voglia di rimettersi a scrivere nasce da un nonsoche’ che fa scrivere di nuovo la password. Quel nonsoche’ e’ stata la partenza di un amico: Mister J. di cui consiglio il blog.

Genial-rational-anche un po’ romantico, tutto a modo suo.

A lui regalo questo video e di nuovo, infiniti sogni con tenero attaccamento.

Per ora, devo andare in banca e l’euro non e’ mai stato cosi’ basso.

 

 

Antonia’s line

Wednesday, February 17th, 2010

 

Time conquered time (…) Sometimes time crept slowly onwards like an
exhausted tortoise. Sometimes it tore through life like a vulture in
search of prey. Time took no notice of death or life, decay or growth,
and love, hate or jealousy. It ignores all those things which are so
important to us that we forget time.

Barbari

Sunday, February 14th, 2010

 

Da “L’espresso”

 

 

Il quotidiano francese ‘Libération’: “L’Italia è un paese che si imbarbarisce”

Ecco la traduzione dell’articolo ‘L?Italie de Berlusconi, un pays en voie de barbarisation’ apparso sul quotidiano francese Libération

L’Italia di Berlusconi, un paese che si
imbarbarisce

L’Italia è un paese normale? L’anomalia rappresentata da Berlusconi – il fatto che concentri in sé il potere politico e mediatico, che utilizzi il Parlamento come un’azienda destinata a fabbricare leggi che lo salvino dai tribunali, che vomiti insulti sulla magistratura, che critichi continuamente la Costituzione, che riduca la politica a un cumulo di barzellette e dichiarazioni istrioniche, che porti con sé il peso dei suoi scandali sessuali – tutto questo spingerebbe a rispondere di no. Ma c’è di più.

Ciò che colpisce, ad esempio, è il fatto che dopo essere stata considerata il laboratorio-avanguardia dell’idea di Europa, l’Italia è oggi regredita a uno status ‘provinciale’. La sua stessa classe politica è provinciale, viaggia poco, soltanto di rado parla inglese. Il ruolo centrale ancora attribuito alla televisione immobilizza il paese negli anni Ottanta. Si va in televisione agghidati, tutto è intrattenimento, pubblicità, talk show urlato, sederi e pizzi, le trasmissioni di inchiesta sono rarissime e di conseguenza quelle a cui potrebbero partecipare filosofi, storici, sociologi, psicanalisti o uomini di scienza praticamente non esistono. Una sera su due Rai Uno manda in onda Porta a Porta, un talk show condotto da un giornalista dolciastro, una sorta di messa a cui partecipano sempre gli stessi leader politici, e che non è lontana dal rimpiazzare Camera e Senato. Molto di rado nelle trasmissioni politiche, sportive o di varietà compare una persona di colore. Nuova provincia, l’Italia perde punti praticamente in ogni settore, dalla scuola alla sanità, all’ecologia, ai diritti, alla cultura (budget massacrato) e anche alla tecnologia. Di recente, dopo Bob Geldof che rimproverava il governo di pareggiare il bilancio alle spalle dei poveri, è stato Bill Gates in persona ad accusare Berlusconi (“I ricchi spendono molti più soldi per risolvere i loro problemi personali, come la calvizie, di quanto non facciano per combattere la malaria”) di aver ridotto della metà i fondi pubblici per lo sviluppo promessi davanti alle telecamere, facendo dell’Italia “il più avaro paese europeo”.

La stessa regressione a livello informatico. Si sa che a causa del decreto Pisano la connessione wireless a Internet in un luogo pubblico, un areoporto o un cybercafé per esempio, è sottomessa alla presentazione di una carta di identità? Che i crediti per lo sviluppo dell’addebito immedito sono congelati dal 2008, che da parte della maggioranza si levano voci che domandano il controllo di social network come Facebook? Che sono state firmate ovunque petizioni per “emancipare Internet” dalle norme legislative che penalizzano il futuro del paese il quale, per l’accesso alla Rete, è già “indietro e sottosviluppato rispetto al resto d’Europa”? Berlusconi è un uomo di televisione vecchio stile, per il quale Internet è un mezzo pericoloso in quanto “liquido”, ovvero incontrollabile e fuori dal suo impero.

Ma è a livello sociale che la regressione è più netta. Berlusconi catalizza talmente l’attenzione che all’estero non si percepisce come il fatto più importante sia piuttosto una “leghizzazione” della società, che porta con sé una degradazione morale e civica, una “barbarizzazione” dell’Italia. La Lega Nord di Umberto Bossi –
il cui organo di stampa, La Padania, ha scritto “Quando ci liberete dai negri, dalle puttane, dai ladri extracomunitari, dai violentatori color nocciola e dagli zingari che infestano le nostre case, le nostre spiagge, le nostre vite, i nostri spiriti? Buttateli fuori, questi maledetti” – la Lega Nord alleata decisiva del partito di Berlsconi ha fatto eleggere i suoi uomini, molti dei quali sono ministri, in un considerevole numero di amministrazioni locali, diffondendo i suoi valori e il suo linguaggio. Ha sdoganato e reso normale il discorso xenofobo.

Ci vorrebbe la Biblioteca Vaticana per riunire ed enumerare i discorsi che incitano all’odio razziale, all’omofobia, all’anti-meridionalismo pronunciati dai suoi leader. Che si guardino su Youtube i discorsi del signor Mario Borghezio, che ci ascolti qualche estratto dei discorsi di Radio Padania: in nessun paese sarebbe tollerato un tale strabordamento di odio, stupidità, xenofobia.

 

37 e 2

Sunday, February 7th, 2010

 

Finalmente e’ scesa, e’ stato il Paracetamolo cinese o forse e’ stata la giornata di ieri passata sul divano tra sogni, film, cuscini e piumoni. Da tempo non sfioravo i 40 e da tempo non sentivo il mio corpo sudare cosi’ tanto. Quando si e’ piccoli invece si e’ abituati ad avere a che fare con ferite, croste, mocciolo e febbre, nonostante tutto ce ne freghiamo, vogliamo continuare a giocare e anche ad uscire, chi ci fermerebbe? 

Quando ero piccola si viveva piu’ in strada, uscivamo da casa, senza cellulare e altri appigli vari, e li’ cominciava la nostra nuova avventura. Quando ero adolescente c’era chi cominciava a disegnare sui muri delle motropolitane e dei ponti nella periferia cittadina, e chi invece comprava il primo sintetizzatore per creare qualcosa di diverso. 

Adesso ci sono le scuole: nel senso, sembra che ci serva una scuola per dirci "riappropriati del tuo spazio e della tua forma creativa"  . Qualcosa mi infastidisce. O forse, le cose cambiano e basta, forse abbiamo bisogno di scuole che ci insegnano a diventare dj, a scrivere sui muri e ballare. Qualcosa mi continua ad infastitidire, sara’ la febbre di eri.

Video della giornata from Urban Arts Project:  flashmob a Termini*

 

*adoro i flashmob.

 

 

 

 

 

 

Jay Ho

Sunday, January 3rd, 2010

 

Propositi per il futuro:

1. Vedere due o tre bei film di Bollywood in più. (A. sarà una grande compagna di divano)

2. Ballare (Se cliccate è d’obbligo alzare il volume e ballare)

3. Accetto qualunque invito per viaggi in (Martinica, Ciad, India, Cambogia, Nord Corea)

 

 

Crazy Hanzi 汉字

Friday, December 11th, 2009

 

Da Xiao Liu, non posso che girarlo a tutti, sinologi, pseudo sinologi e non.

Divertitevi ed azzeccare il significato. 

                                                    CRAZY 汉字

 

Fa anche bene ricordarsi che la lingua e’ viva 🙂

 

 

 

 

                                      

questioni di omonimie

Saturday, November 14th, 2009

 

Sono passati 275 anni, in tutto questo tempo l’Italia cambia e sforna personaggi, a voi la scelta:

1. Giuseppe Castiglione classe 1688

2. Giuseppe Castiglione classe 1963

Ben poco altro da dire per oggi:)

 

Singles. Il film.

Wednesday, November 11th, 2009

 

Questo degli inizi anni novanta mi era proprio piaciuto, anche la colonna sonora, sarebbe da rivedere.

 

 

 

Analogia alla cinese

Wednesday, March 11th, 2009

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In questi due
giorni e’ susseguita una notizia interessante, riportata da
danwei ma anche da
molti altri quotidiani on line e blog cinesi ed internazionali.

La 
notizia riguarda il commento del membro del comitato della conferenza politica
consultiva della Repubblica Popolare Cinese, il signor Pan Qinglin, il quale ha
proposto di ritornare alla forma tradizionale di scrittura caratteri cinesi. Proposta
alquanto bizzarra non quanto per la realizzazione, a mio parare, li hanno gia’
semplificati una volta, ritornare al modello precedente non sarebbe
impossibile, bizzarro e’ ufficialmente fare questa affermazione, a livello
politico.

Mi e’ spesso
capitato di parlare con amici cinesi del loro rapporto con i caratteri non
semplificati. Le persone con un’educazione elevata non hanno problemi di
lettura, ma spesso, anche loro, in questo caso, si affidano al ganjue
感觉
ossia alla sensazione.

Un giorno ero
seduta a tavola con una collega di Taiwan e con il padre insegnante di cinese
nell’isoletta, la prima volta per lui nella Cina propriamente detta. Gli ho
chiesto che gli sembrava, e’ stato cortese, mi ha detto: "mi piace, ma non
sai che tristezza vedere i caratteri cinesi senza piu’ l’anima". Questa
espressione mi ha fatto pensare, il primo esempio chiaro e chiarificatore e’
stato appunto il tanto rinomato carattere di AMORE ai
, che nella
forma non semplificata possiede al suo interno il radicale di cuore xin
,
scomparso dopo la semplificazione.

Il fatto che
la lingua cinese e’ una lingua analogica, nel senso che il rapporto che si
instaura tra le varie parti del carattere, procede attraverso somiglianze,
attraverso associazioni spesso ermetiche, allegorie, avvicinamenti, ma piu’
che analogica potrei dire associativa. 

Il carattere
e’ spesso detto ideogramma, per cui da un segno grafico si associa una parola o
un concetto.  La Lingua cinese e’ inoltre una lingua monosillabica, per
cui ciascun fonema e’ una sillaba dotata di significato. Il carattere e’
costituito da piu’ parti, la parte radicale, che detiene il concetto, il piu’
piccolo elemento dotato di significato, come per esempio cuore xin
, i
radicali sono 214, (almeno secondo una delle tante classificazioni e sono il
fondamento) da questo tassello si costruisce il carattere, a cui viene
associato una parte fonetica e altre parti in cui non esistono regole definite
ma solo l’analogia, l’associazione delle idee, la fantasia.

La
semplificazione dei caratteri, avvenuta ufficialmente dopo l’instaurazione
della Repubblica Popolare Cinese, ha tolto molto  della complessita’ di
questa lingua, ha reciso grafemi e morfemi, cercando di rendere la lingua piu’
accessibile alla popolazione.

Ogni taglio consiste in una perdita di qualcosa,
sia qualcosa di utile che qualcosa di inutile.