Ogni volta cosi’, comincio di nuovo a guardarmi intorno, mi fermo in bicicletta ai semafori di notte, pedalo lentamente e canto Hurt. Annuso l’aria di Pechino, l’estate e’ assolutamente finita, senza via di scampo, lo si sente dall’odore dell’aria che non e’ piu’ lo stesso.
Gli odori scandiscono il mio tempo, da quando a 5 anni sapevo chiaramente che saremmo partite, la 126 rossa e l’odore del mare che si avvicinava.
L’odore della notte ventosa e le ombre dei lampioni, che facevano sempre un op’ paura, il voler la luna come regalo e piangere perche’, per gli occhi di me bambina, era rotta. L’odore del fango scuro bagnato e degli aghi di pino in cui affondavo le mani e i pinoli che, trovata la giusta pietra, si schiudevano.
Poi c’era l’odore del pane la mattina nel latte e caffe’, poco perche’ fa male, e ancora annusavo l’umido colore delle alghe, delle reti dei pescatori, delle meduse seccate al sole e dei bambini bagnati che si affollavano intorno al polipo che stramazzava sullo scoglio. Poi l’odore del sangue sulle ginocchia, le ferite e i tagli che col sale bruciavano, ma disinfetta, mi ripeteva.
Ho continuato ad annusare quello che mi circonda. Soprattutto se verde, se ci sono le foglie, se e’ di notte con l’aria afosa estiva, quando passo tra i viottoli bui e la luce si potrebbe anche spegnere, tanto la strada ormai la so.
L’odore dell’asfalto caldo subito dopo un grande acquazzone, mentre il grigio attorno crea nebbia su nebbia, non so bene, ma io mi ritrovo sempre li’, per strada. Poi c’e’ l’odore delle mie mani, dopo essere andata in bicicletta, gomma nera di pessima qualita’ che un po’ mi repelle, ma sono tanti gli odori che seppur rifiuto, significano e segnano, questo, di tempo.
L’odore di polvere-sporco-cenere-catarro dei treni e dei pulmann, l’odore che ho ritrovato ogni volta che sono uscita dall’aereoporto. E’ un richiamo inconscio. So che lo trovero’ sempre e solo qui, come l’odore di farina e vapore nelle baozerie della citta’, e come l’odore della vita degli autobus, tra sudore e squilli di cellulari.
Mentre mi accorgo che mi ritrovo a volere fortemente il fresco odore di vegetazione lontana, che ormai mi e’ familiare, una piacevole e rischiosa abitudine.
Le Olimpiadi sono ufficialmente finite, onestamente per tutti un gran sospiro di sollievo.
Per chi e’ venuto dall’Italia potra’ prendere al volo un aereo per le sospirate vacanze, per farsi riabbracciare dai figli e per fare l’amore con le proprie donne (o unomini). C’e’ chi in questi giorni impacchetta valigie che strabordano di falsi, comprati con smania al mercato della seta. Chi ancora gioca con il nuovo Iphone tarocco, fatelo adesso tanto tra un mese e’ andato, ripeto tra me e me.
Chi vive in a Pechino, chi ha la faccia bianca come la mia e si e’ sbattutto per questo evento, adesso si gode la sera cocktail e vino rosso, che causano mal di testa infiniti, ma alla fine va anche bene, tanto la mattina si puo’ dormire fino a tardi. Chi e’ cinese invece piano piano sta riprendendo moto e motorini, si ricominciano a vedere i maodou ai mercati di cui era stata proibita la vendita (che qualcuno mi spieghi il perche’), forse anche la carne di cane verra’ di nuovo rinserita nel frigo dei ristoranti, pronti per una sana zuppa di cane con verdure, buona in inverno.
Insomma la vita riprende il suo corso. Il mio di corso, invece, e’ ancora in sospeso, ho anche le paraolimpiadi che mi aspettano. Quindi niente sospiro di sollievo vero, comunque anche io voglio fare quello che fanno tutti quanti: ringraziare.
Intanto ringrazio infinitamente Lizi e Ding, i due operai con i quali ho lavorato da giugno per mettere su tutto lo studio. Mentre io creavo parole cinesi per tradurre oggetti del mestiere, del tipo morsetto, pialla, rivetta e mi affidavo all’immaginazione, loro si affidavano alla loro pazienza. Tanta. Santa pazienza. Li ho stimati per il loro, cascasse il mondo, mangiare sempre alle 12.00 spaccate e addormentarsi a collo in giu’ nei momenti di attesa. Sopportare le urla di mattina di chi crea problemi e fare di tutto per risolverli.
Un grazie di cuore a C.C che mi ha fatto di nuovo capire l’importanza dei particolari, l’attenzione ai colori alle forme, per farsi prendere dalla fantasia, dalle nuvole cinesi e dallle sue Marlboro rosse, che era da quando avevo 20 che non fumavo.
Do un abbraccio immenso a Feili e Oscar che non hanno mai attaccato il telefono o sbuffato per il mio ennesimo sfogo. Feili soprattutto la ringrazio per la pazienza di ascoltare le mie storie, simili alle sue e ancora non dirmi basta, mettendomi in guardia ma senza influenzarmi (le domande retoriche che le pongo sono davvero troppe). Oscar invece, grazie per i passaggi in moto anche se non si immagina neanche quanto mi piacciono, ma cosa importante, forse la piu’ importante per essere stato sempre presente. Xiao Nailao, anche va ringraziato, ma non so io perche’, forse per i tanti morsi dati alla sua pizza.
Grazie anche a mistery man, che nonostante tutto mi ha fatto vedere fiumi, laghi strade e fango insesplorati, mi ha lasciato guidare e probabilmente rovinare la frizione. Grazie soprattutto per le sue mani.
S. grazie invece per l’attenzione che hai nei miei confronti, mi fa bene. Poi anche per il tuo modo di ridere e per essere stato un signore, per la prima cena giapponese e per quello di cui dovremo parlare, progetti e non progetti.
Un grazie a F. e i bimbi, per essere forte e ancora naturalmente entusiasta del mondo di mezzo.
Grazie a chi ha avuto cura di me quando ero piccola e ancora adesso a distanza di 28 anni, continua a mandarmi messaggi, per farmi sapere che caschi il mondo e’ sempre li’.
Vabbe’ basta cosi’. Senno’ mi scappa la lacrimuccia.
Era più di un anno fa e stavo nella ridente città di Wuhan a casa di amici. Loro tranquillamente chiacchieravano in Wuhanese, la perspicacia italiana ha un limite oggettivo e zitta zitta rimanevo ad osservare i loro volti, i cuscini buttati per terra, le cosce di pollo sapientemente cucinate. Ogni tanto mi alzavo per giocare a Wii con qualche avversario sempre più forte di me. Mi risiedevo e ascoltavo, senza capire.
Finalmente un tipo si gira, in putonghua 普通话 (Lingua ufficiale) mi chiede: Sai chi è Liu Xiang 刘翔? Ecco che dopo un bel pomeriggio di mutismo, arriva il mio momento per riaccendere il cervello e comunicare. La risposta, pero’, è stata un secco No, non so chi sia. Mentre mi arroventavo imbarazzata e scandagliavo le memorie universitarie per ricordarmi chi fosse questo benedetto Liu Xiang, mi viene in aiuto un amico dicendomi e’ uno sportivo, medaglia d’oro Atene 2004 per i 110 metri ad ostacoli. Nella mia mente per prima cosa mando a quel paese il tipo che mi ha fatto la domanda, (aspetto la vendetta chiedendogli chi è Yuri Keki) e poi me stessa, che avevo già percorso le ultime 5 dinastie invano.
Questo è stato il mio primo incontro con Liu Xiang, nome che non ho mai piu’ dimenticato. Non avrei mai pensato, d’altronde, che durante tutto questo anno avrei visto pubblicità ovunque, con il suo sorriso a 32 denti, mentre il suo nome passava su tutti Led e televisioni al plasma della metro di Pechino che si stava piano piano preparando alle Olimpiadi. In tv e sui giornali interviste a gogo’ sulla sua vita, le sue aspettative per le gare future erano il principale discorso della conversazione. Ogni volta che il mio sguardo ricadeva sulla sua faccetta da bravo ragazzo, mi innervosivo, memore della ridente Wuhan e delle cosce di pollo.
Tre giorni fa, piu’ o meno, Liu Xiang ha fallito.
Che la stampa locale lo esalti con epiteti da saga mitologica, eroe nazionale, mi fa un baffo. Prepararsi per una gara, sottostare alla forte pressione che la stampa e il pubblico cinese gli ha inflitto, sopportare il dolore di tendini infiammati e i consigli imposti dai dottori, non e’ facile. Ma non prendiamoci in giro, non correre e’ stato un fallimento.
La faccia dolorante e tutto, ci dispiace per il bel venticinquenne alato, ma addirittura fare solo 4 metri e stramazzare al suolo, come un cigno ferito, sembra un po’ da bimbo viziato.
Ieri stavo in chiacchiere con amici (L.Y.M attore dell’opera di Pechino, Y.W esperta di magie e G.B ex ballerino), e mentre io mi trattenevo dal commentare il gesto di Liu Xiang, loro non si sono proprio risparmiati dicendo: Non sai quanti sportivi si fanno male? Hai visto le ragazze dell’atletica con le caviglie distrutte? Una bella messa in scena! Che ci vuoi fare quelli Shanghai sono tutti fighetti! Non ha fatto davvero una figura da uomo!
Comunque tralasciando il machismo, le persone davanti a me erano tutta gente che con il proprio corpo ci lavora e anche sodo, allenamenti da quando sono nati, passione e prove per andare sul palco. Insomma gente che non si prendere in giro ne’ dalla stampa ne’ dalle lacrime, finte o vere che siano.
Questa e’ la canzone che accompagna le Olimpiadi, il testo e’ illuminante, la traduzione presa al volo su internet. Mi scendono quasi quasi le lacrime…
迎接另一个晨曦,带来全新空气。陈天佳
Let’ s embrace another morning and enjoy its ever new air.
气息改变情味不变,茶香飘满情谊。刘欢
With the fragrance of tea, it smells different. But it feels great, full of friendship
我家大门常打开,开放怀抱等你。那英
Our door is always open. We are waiting for you open-armed
拥抱过就有了默契,你就会爱上这里。孙燕姿-Stefanie Sun
After a big hug, you’ll feel close with us. And surely you will love this place.
不管远近都是客人,请不用客气。孙悦
Our guests, no matter where you come from, please feel at home.
相约好了在一起,我们欢迎你。王力宏-Wang Lee Hom
We promised to get together here. So welcome!
我家种着万年青,开放每段传奇。韩红
We cultivate Chinese Evergreen in the garden. All the time, it is producing a new legend.
为传统的土壤播种,为你留下回忆。周华健-Emil Chou
In the soil rich in traditions, we plant. Hope everything we plant here leaves you a great experience.
陌生熟悉都是客人,请不用拘礼。梁咏琪
Our guests, no matter we’ve met before or not, please feel at ease.
第几次来没关系,有太多话题。羽泉
Even if you have been here for many times, you won’t feel bored ’cause we have vast new things for you.
北京欢迎你,为你开天辟地。成龙-Jackie Chan
Welcome to Beijing; we’ve done a lot for your visit.
流动中的魅力,充满着朝气。任贤齐-Richie Ren
Its charm in ever changing is full of life.
北京欢迎你,在太阳下分享呼吸。蔡依林-Jolin Tsai
Welcome to Beijing; let’s breathe together in the sunshine.
在黄土地刷新成绩!孙楠
Let’s establish new records here in China.
我家大门常打开,开怀容纳天地。周笔畅
Our door is always open. We are open armed, ready to embrace the world.
岁月绽放青春笑容,迎接这个日期。韦唯
5000-year-old China is flashing a youthful smile, waiting for the day.
天大地大都是朋友,请不用客气。黄晓明-Huang Xiao Ming
Our guests, no matter where you come from, please feel at home.
画意诗意带笑意,只为等待你。韩庚-Hangeng from Super Junior
We paint pictures and write poems to express the joy for your coming.
北京欢迎你,像音乐感动你。汪峰
Welcome to Beijing; like moving music, our hospitality will warm your heart.
让我们都加油去超越自己。莫文蔚-Karen Mok
Let’s try to challenge ourselves.
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Welcome to Beijing; people who have dreams are all bravo.
有勇气就会有奇迹。陈奕迅
If only you keep the courage, miracles will happen.
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岁月绽放青春笑容,迎接这个日期。林志玲-Lin Ci Ling, 张梓琳
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有勇气就会有奇迹!
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Nelle mie fughe dalla citta’ mi capita spesso di ritrovarmi accanto a fiumi, laghi, erba alta, ponti.
Quel
giorno ero su un pontile, davanti a me un mare di fiori di loto, vicino
a me degli occhi che nascondono troppe storie di cui poco so e per ora
poco voglio capire, sopra di me un tronco di un albero lungo che finiva
piano piano quasi a contatto con il bordo dell’acqua. Mentre mi perdevo
in chiacchiere di vita vissuta e sperata avverto sul braccio un tocco
leggero. Guardo.
Ecco quello che vedo
Una Mantide, Mantis o in cinese Tanglang 螳螂.
E’
la prima volta che incontro sul mio cammino la famigerata mangiatrice
di "uomini", l’assassina. A dir la verita’ l’occhio vispo della
bestiola mi e’ stato subito piu’ che simpatico. Ho apprezzato il suo
non aver paura, la sua iniziale posizione d’attacco. Intanto camminava
sulle mie braccia con agilita’ avanti e indietro, io con fare curioso
non smettevo di osservare il suo corpo filiforme, zampe davvero
sottili, mi chiedo come e’ possibile che non si spezzino con un solo
filo di vento, un insetto stecco sul serio, il suo muso triangolare la
bocca un po’ aperta per pulirsi parte del corpo. Gli occhi grandi,
davvero grandi rispetto alla vita sottile e il corpo lungo. Insomma,
una vera fighetta.
Di lei si dicono tante storie
vere, piu’ o meno raccapriccianti, mangia il compagno con cui si
accoppia partendo dalla testa senza compromettere l’accoppiamento in
atto. Qualcuno la addita a simbolo del potere femminile (negativo),
[cazzo].
Per me solo un insetto dal colore verde
brillante, splendida nella sua forma e delicatezza (apparente),
comunque musetto sveglio, molto piu’ sveglio di tanti altri.
Il cinese e’ una lingua difficile che spesso fa impazziere per le omofonie. Ecco un bell’esempio: la coppia di caratteri sopracitata ha lo stesso suono, la stessa pronuncia ma il significato un po’ diverso. 避孕 E’ formato dal carattere bi 避 che vuol dire evitare, sottrarsi a, e dall’ideogramma yun 孕 ossia incinta, gravida (come diceva mia nonna). La coppia insieme prende il significato di contraccezione, evitare di rimanere incinta. Da cui derivano i composti a tre caratteri 避孕套 biyuntao preservativo o 避孕药 biyunyao pillola.
避运 Invece e’ una nuona parola, che va alla grande in questo ultimo mese, mese olimpico. Bi 避, abbiamo detto vuol dire evitare, sottrarsi a e yun 运 cosa potra’ mai significare? Yun 运 ha piu’ significati, tra cui movimento, per cui e’ utilizzato per la parola Sport yundong 运动.
Olimpiadi in cinese si dice Aoyunhui 奥运会 che sta per la forma compressa di Aolinpike Yundonghui 奥林匹克运动会. Ritorniamo alla coppia di carattere in questione: biyun 避运vuol dire evitare le olimpiadi, sottrarsi alle olimpiadi.
Parola detta con un’ironia di sottofondo data dall’attinenza con i contraccettivi, va detta anche annuendo con lo sguardo verso l’alto e con la speranza che queste olimpiadi finiscano il prima possible e si torni ad una vita normale.
Biyun 避运e’ per chi ha fatto la scelta di partire, di allontanarsi da Pechino per questo mese, per evitare di essere coinvolto o sconvolto dalla vita olimpica, un biglietto alla mano, un investimento in denaro, e via la scelta migliore? Non saprei.
Mi ricordo, pero’, quando ci fu il giubileo a Roma, io fuggii in Sardegna.
Grazie al mio caro amico, che ormai lontano dalla Cina rischia di far irritare Laotianye, cerco di affrontare un argomento un po’ spinoso. I giornalisti e la Cina.
Il caro amico ha postato sul suo blog un interessante commento, in risposta ad un reportage fotografico di Repubblica dal titolo "Un muro cancella dall’orizzonte la faccia scomoda di Pechino".
L’invettiva del mio caro amico e’ fatta di insofferenza e di allergia cronica per tutta una serie di articoli capziosi e ben poco veritieri. Non penso di sbagliare nel dire che troppo spesso la Cina e’ ancora vista come quel mondo esotico che tanto affascino’ i nostri antenati. Per questo spesso le notizie riportate hanno a che fare con quel fantastico ed irreale che distingue la Cina dalla vecchia europa saggia e illuminista. Quindi cosa si puo’ leggere di inerente al Regno di Mezzo? C’e’ l’uomo piu’ alto del mondo e quello piu’ basso del mondo che insieme mangiano scorpioni e scarafaggi a Pechino. Articoli che possono essere inseriti nel guinnes dei primati. Oltre questo genere di articoli, ce ne sono altri che non fanno altro che mettere in luce "The dark side of the moon", quindi ancora parole e inchiostro speso sui temi dei diritti umani, democrazia, pena di morte.
A questo punto osservo: c’e’ qualcosa che non va.
E’ il gionalismo, il giornalista che poco si arrabbatta che poco legge (di Cina)? Ormai deviato in quei soliti argomenti, vecchio e stanco, scopiazza un po’ di qua e un po’ di la’ per fare il pezzo in fretta e furia?
E’ il pubblico che richiede questo, e’ il lettore europeo (italiano) che prova soddisfazione crescente nel sapere che lui e’ civile perche’ comodo sul divano ikea mentre guarda lo schermo al plasma comprato l’altro ieri, mentre qualcuno basso basso, dall’altra parte del mondo mangia cavallette? E’ autoerotismo italiota?
Ma aspettiamo un attimo c’e’ anche un editore, c’e’ una linea editoriale prestabilita, che marca il confine, che spruzza ammoniaca. Se varchi quel confine e’ inutile non puoi scrivere? Quindi argomenti che forse interesserebbero ben piu’ del guinnes dei primati vengono eliminati, non vengono confezionati e la mente delle persone, del lettore si annichilisce, fiero pero’ del suo ditalino o sega mentale che dir si voglia, su come si sta bene a casa propria.
Concludo dicendo, che la Cina e’ un mondo con enormi problemi che andrebbero studiati a fondo, attraverso reportage seri, di informazione vera. La vita del giornalista in Cina non e’ facile per chi cerca davvero di fare il proprio lavoro, per chi va in giro in cerca di risposte, per chi vuole far luce su tematiche sociali e non.
Ma insomma giornalisti miei ce le avete o no le palle? (Se volevate un lavoro semplice ci sono i casellanti dell’autostrada che farebbero sicuramente cambio per un po’ di tempo) Ce la dobbiamo prendere con voi per questi articoli superficiali e/o capziosi?
Pubblico italiano, ma vi siete cosi’ rincretiniti negli ultimi 30 anni? Davvero avete bisogno di queste forme di intrattenimento?
Editori, avete cosi’ tanta paura di far scrivere dei pezzi interessanti? Se si, perche?
Per allontanarmi dal mormorio olimpico, quel benedetto giorno off, faccio tutto quello che non ho fatto per giorni e giorni.
L’idea è venuta velocemente, solo sentire il titolo mi ha fatto decidere di andare al cinema a vederlo. Poi, dopo aver letto la notizia di un simpatico, ma forse un po’ cretino, professore americano che chiedeva il boicottaggio del film, mi sono detta devo andare a vederlo.
Kung
Fu Panda: film di amimazione della Dreamworks, solo quando ho ripetuto
in me Dreamworks ho esitato, ma è stato davvero una frazione di
secondo.
Più complesso è stato andarci, causa
olimpiadi. Finalmente arriva il giorno, sveglia tardi. Il letto mi
teneva incollata comunque, mi guardo attorno e vedo occhi complici.
Perfetto andiamo.
Direzione il Museo del Cinema
di Pechino ovviamente in periferia della città. Arriviamo appena in
tempo biglietto fatto, saliamo le scale di corsa, entro. Il più grande
schermo che abbia mai visto, posti in discesa ripida, ci sediamo in
alto in alto, lo schermo non perdona.
Attorno bimbi e genitori. Io mi siedo comoda.
Ne vale davvero la pena. Risate immancabili fin dall’inizio.
Storia
di semplice, un Panda ciccione che frustrato cucinava spaghetti si
trova tutto ad un tratto ad essere "scambiato" per l’unico guerriero
che può sconfiggere il Puma, Shifu trova il modo di insegnarli l’arte
del Kung Fu e di credere in lui. Altri animali popolano il monastero in
montagna, allievi e compagni del Panda. I 5 animali poi che si studiano
davvero nel Kung Fu: Tigre, Mantide, Serpente, Gru e Scimmia. La sfida finale da chi sarà vinta? Bhe non credo ci siano dubbi la buona e cara Dreamworks non stupisce per il finale, ma fa davvero ridere parecchio.
(C’è stata anche la frase: The past is history, the future is mystery and the present if a gift)
Non capita spesso ma può
succedere ancora in città.
Nella capitale olimpica
traformata ad hoc per l’occasione sono stati emanati nuovi regolamenti che
temporaneamente limitano la libertà di ognuno. Ognuno nel nostro piccolo odiamo
un po’ queste olimpiadi anche se contemporaneamente ci facciamo prendere dai
giochi, scoprendoci momentanei tifosi del tiro con l’arco, o commentatori dello
scambio Nadal-Starace.
Le limitazioni continuano, e
tutti abbiamo nella nostra quotidianeità subito dei piccoli o medi traumi. Per
quanto mi riguarda quello che più mi infastidisce è la limitazione di entrare
in determinati luoghi, delle transenne, dei cordoni di plastica giallognola o
rossa che delimitano spazi, creano file, indirizzano le persone.
So che è solo un piccolo piccolo
inconveniente in confronto a ben altre limitazioni che regolano la vita dei
pechinesi, ma io mi trovo costantemente a sperimentare il controllo esterno, il
trattenimento da parte di quel qualcuno a cui non ti puoi imporre, abbozzi un
leggero stranimento, magari parli con il polizziotto che ti indirizza con uno
sguardo più o meno gelido, accenni tra te e te impropreri multilingua ma poi vai nella
direzione indicata. La logica appare spesso ignota, nel senso, scale che sarebbero assolutamente percorribili, no. Sbarrate da maledette linee rosse, che giorno dopo giorno mi irritano sempre di più.
Questa è parte della mia vita olimpica.
Tornando a casa, tardi, dopo una lunga giornata, nel condominio deserto, una donna accucciata attorno ad un fuoco bruciava fogli di carta. Commemorava un defunto, al crocicchio dietro casa. Nonostante le transenne la Cina mi continua a raccontare molto.