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L’odore

Friday, August 29th, 2008

Si avvicina il pensiero della partenza.

Ogni volta cosi’, comincio di nuovo a guardarmi intorno, mi fermo in bicicletta ai semafori di notte, pedalo lentamente e canto Hurt. Annuso l’aria di Pechino, l’estate e’ assolutamente finita, senza via di scampo, lo si sente dall’odore dell’aria che non e’ piu’ lo stesso.

Gli odori scandiscono il mio tempo, da quando a 5 anni sapevo chiaramente che saremmo partite, la 126 rossa e l’odore del mare che si avvicinava.  

 

 

 

L’odore della notte ventosa e le ombre dei lampioni, che facevano sempre un op’ paura, il voler la luna come regalo e piangere perche’, per gli occhi di me bambina, era rotta. L’odore del fango scuro bagnato e degli aghi di pino in cui affondavo le mani e i pinoli che, trovata la giusta pietra, si schiudevano.

Poi c’era l’odore del pane la mattina nel latte e caffe’, poco perche’ fa male, e ancora annusavo l’umido colore delle alghe, delle reti dei pescatori, delle meduse seccate al sole e dei bambini bagnati che si affollavano intorno al polipo che stramazzava sullo scoglio. Poi l’odore del sangue sulle ginocchia, le ferite e i tagli che col sale bruciavano, ma disinfetta, mi ripeteva.

Ho continuato ad annusare quello che mi circonda. Soprattutto se verde, se ci sono le foglie, se e’ di notte con l’aria afosa estiva, quando passo tra i viottoli bui e la luce si potrebbe anche spegnere, tanto la strada ormai la so.

L’odore dell’asfalto caldo subito dopo un grande acquazzone, mentre il grigio attorno crea nebbia su nebbia, non so bene, ma io mi ritrovo sempre li’, per strada. Poi c’e’ l’odore delle mie mani, dopo essere andata in bicicletta, gomma nera di pessima qualita’ che un po’ mi repelle, ma sono tanti gli odori che seppur rifiuto, significano e segnano, questo, di tempo.

L’odore di polvere-sporco-cenere-catarro dei treni e dei pulmann, l’odore che ho ritrovato ogni volta che sono uscita dall’aereoporto. E’ un richiamo inconscio. So che lo trovero’ sempre e solo qui, come l’odore di farina e vapore nelle baozerie della citta’, e come l’odore della vita degli autobus, tra sudore e squilli di cellulari.
 
Mentre mi accorgo che mi ritrovo a volere fortemente il fresco odore di vegetazione lontana, che ormai mi e’ familiare, una piacevole e rischiosa abitudine.