Archive for August 14th, 2008

Olimpiadi e non rimango incinta.

Thursday, August 14th, 2008

                              避孕  (biyun)     e           避运 (biyun)

Il cinese e’ una lingua difficile che spesso fa impazziere per le omofonie. Ecco un bell’esempio: la coppia di caratteri sopracitata ha lo stesso suono, la stessa pronuncia ma il significato un po’ diverso. 避孕 E’ formato dal carattere bi che vuol dire evitare, sottrarsi a, e dall’ideogramma yun  ossia incinta, gravida (come diceva mia nonna). La coppia insieme prende il significato di contraccezione, evitare di rimanere incinta. Da cui derivano i composti a tre caratteri 避孕套 biyuntao preservativo o 避孕药 biyunyao pillola.

避运 Invece e’ una nuona parola, che va alla grande in questo ultimo mese, mese olimpico. Bi , abbiamo detto vuol dire evitare, sottrarsi a e yun cosa potra’ mai significare? Yun ha piu’ significati, tra cui movimento, per cui e’ utilizzato per la parola Sport yundong 运动.

Olimpiadi in cinese si dice Aoyunhui 奥运会 che sta per la forma compressa di Aolinpike Yundonghui 奥林匹克 运动会. Ritorniamo alla coppia di carattere in questione: biyun vuol dire evitare le olimpiadi, sottrarsi alle olimpiadi.

Parola detta con un’ironia di sottofondo data dall’attinenza con i contraccettivi, va detta anche annuendo con lo sguardo verso l’alto e con la speranza che queste olimpiadi finiscano il prima possible e si torni ad una vita normale.

Biyun 避运 e’ per chi ha fatto la scelta di partire, di allontanarsi da Pechino per questo mese, per evitare di essere coinvolto o sconvolto dalla vita olimpica, un biglietto alla mano, un investimento in denaro, e via la scelta migliore? Non saprei.

Mi ricordo, pero’, quando ci fu il giubileo a Roma, io fuggii in Sardegna.  

Per qualche amante della lingua cinese, 看眼 🙂

 

Domande: Cina e giornalismo

Thursday, August 14th, 2008

Grazie al mio caro amico, che ormai lontano dalla Cina rischia di far irritare Laotianye, cerco di affrontare un argomento un po’ spinoso. I giornalisti e la Cina.

Il caro amico ha postato sul suo blog un interessante commento, in risposta ad un reportage fotografico di Repubblica dal titolo "Un muro cancella dall’orizzonte la faccia scomoda di Pechino".

 L’invettiva del mio caro amico e’ fatta di insofferenza e di allergia cronica per tutta una serie di articoli capziosi e ben poco veritieri. Non penso di sbagliare nel dire che troppo spesso la Cina e’ ancora vista come quel mondo esotico che tanto affascino’ i nostri antenati. Per questo spesso le notizie riportate hanno a che fare con quel fantastico ed irreale che distingue la Cina dalla vecchia europa saggia e illuminista. Quindi cosa si puo’ leggere di inerente al Regno di Mezzo? C’e’ l’uomo piu’ alto del mondo e quello piu’ basso del mondo che insieme mangiano scorpioni e scarafaggi a Pechino. Articoli che possono essere inseriti nel guinnes dei primati. Oltre questo genere di articoli, ce ne sono altri che non fanno altro che mettere in luce "The dark side of the moon", quindi ancora parole e inchiostro speso sui temi dei diritti umani, democrazia, pena di morte.

A questo punto osservo: c’e’ qualcosa che non va.

E’ il gionalismo, il giornalista che poco si arrabbatta che poco legge (di Cina)? Ormai deviato in quei soliti argomenti, vecchio e stanco, scopiazza un po’ di qua e un po’ di la’ per fare il pezzo in fretta e furia?

E’ il pubblico che richiede questo, e’ il lettore europeo (italiano) che prova soddisfazione crescente nel sapere che lui e’ civile perche’ comodo sul divano ikea mentre guarda lo schermo al plasma comprato l’altro ieri, mentre qualcuno basso basso, dall’altra parte del mondo mangia cavallette? E’ autoerotismo italiota?

Ma aspettiamo un attimo c’e’ anche un editore, c’e’ una linea editoriale prestabilita, che marca il confine, che spruzza ammoniaca. Se varchi quel confine e’ inutile non puoi scrivere? Quindi argomenti che forse interesserebbero ben piu’ del guinnes dei primati vengono eliminati, non vengono confezionati e la mente delle persone, del lettore si annichilisce, fiero  pero’ del suo ditalino o sega mentale che dir si voglia, su come si sta bene a casa propria.

Concludo dicendo, che la Cina e’ un mondo con enormi problemi che andrebbero studiati a fondo, attraverso reportage seri, di informazione vera. La vita del giornalista in Cina non e’ facile per chi cerca davvero di fare il proprio lavoro, per chi va in giro in cerca di risposte, per chi vuole far luce su tematiche sociali e non.

Ma insomma giornalisti miei ce le avete o no le palle? (Se volevate un lavoro semplice ci sono i casellanti dell’autostrada che farebbero sicuramente cambio per un po’ di tempo) Ce la dobbiamo prendere con voi per questi articoli superficiali e/o capziosi?

Pubblico italiano, ma vi siete cosi’ rincretiniti negli ultimi 30 anni? Davvero avete bisogno di queste forme di intrattenimento?

Editori, avete cosi’ tanta paura di far scrivere dei pezzi interessanti? Se si, perche?