Archive for March, 2008

Fumetto alla cinese. Ding Cong. 丁聪

Sunday, March 9th, 2008

Consiglio a tutti di munirsi delle vignette di Ding Cong, fumettista di Shanghai. I libretti sono maneggevoli, al costo di soli 12.00 yuan, ci si procura della satira cinese, che da un po di respiro a chi come me a volte si stanca dell’austerità delle Santana a vetri oscurati, dei grossi palazzi stile sovietico, e che essendo cresciuta con Vauro si sente un po’ più a casa.

Le vignette sono tante e spaziano soprattutto sulla Cina, percorrono eventi, fatti e cambiamenti. Da grende fine umorista coglie il punto più delicato e provocatorio, quello che detto e scritto potrebbe far davvero male, ma trasformato su carta non può che far abbozzare al lettore un sorriso maliziosetto. Descrive con sottile ironia le qualità del popolo cinese, quelle che si portano avanti da secoli. Qualità non è davvero la parola giusta, tutto quello che c’è dietro "l’uomo Cinese", famiglia, regole, partito, a moltissime altre. Invito davvero tutti a fare un ripasso storico con l’aiuto di Ding Cong. A me a fatto benissimo, ma soprattutto mi ha fatto ridere, dato che in questo periodo sta Cina, mi sta appesantendo l’animo. Viva la satira!

 

E il ministero alla fine parlò

Sunday, March 9th, 2008

Vi avrei potuto tediare ma non lo faccio per
rispetto. Vi risparmio la noiosissima traduzione parola per parola.
Brevemente accenno in sintesi le parole del portavoce del Ministero
della Cultura cinese, che dopo aver taciuto, ragionato, riflettuto e
spremendosi le meningi a sufficienza hanno comunicato con la stampa sul
fattaccio dell’attrice islandese.

Il comunicato si divide in tre parti molto chiare:

Prima:
ribadire a gran voce l’unità della Repubblica Popolare Cinese. "Nessuna
nazione ha mai ammesso l’indipendenza del Tibet…"

Seconda:
benvenuto a tutti gli artisti stranieri, purchè rispettino le leggi
della Repubblica Popolare Cinese. In parole povere, cantare è cantare,
fare politica è fare politica, due cose ben diverse.

Terza: da adesso in poi ci saranno controlli molto più seri su tutti gli artisti stranieri.

Insomma,
la cara società paternalista ha colpito ancora, ha punito la bella
islandese e i suoi successori. Sembra che in Cina, comunque il problema
Tibet non sia per la maggior parte delle persone un vero problema,
viene vissuto più dagli occidentaloidi e dai Tibetani (spero).
Purtroppo non conosco tibetani se ne conoscessi onn smetterei di fargli
domande. Dato che se il problema esiste adesso, esiste per loro. Sono
loro a subire la cosidetta occupazione, sono loro che dovrebbero
lamentarsi o urlare. Quello che mi ha fatto riflettere su tutta questa
storia, non è la provocazione della fanciulla, non è il coraggio
islandese, ma la reazione cinese. Caldo e accorato il popolo dei blog e
dei forum, ma non mi sembra che abbiano riflettutto sul testo della
canzone. Insomma non un solo approfondimento sulla situazione Tibetana,
non una sola domanda su come davvero si sentono i Tibetani, sulla
storia del Tibet o anche sull’esercito di liberazione e il suo arrivo a
Lasha nel 1950. Insomma nulla di tutto questo, non c’è memoria pare nei
discorsi fatti in rete, ci sono accuse agli occidentali ficcanaso,
analisi sulla situazione islandese e di conseguenza sulla personalità
di Bjork, ma nessuna (almeno da quanto ho letto io) riflessione sulla
situazione tibetana. 

Sono perplessa.

Bjork Declare Indipendence

Wednesday, March 5th, 2008

Il fatto sta
rimbalzando su media e giornali stranieri, i giornali cinesi online per ora
tacciono l’accaduto, mi chiedo che fanno i giornalisti o giornalisti dalla
schiena curva che si occupano della questione, analizzano, leggono ciò che dice
la stampa straniera e i blog locali, che per fortuna parlano, oppure cosa più
probabile aspettano direttive dall’alto. Il fatto in quesitone è accaduto il 2
marzo a Shanghai. La bella fanciulla, ormai 43enne Bjork, alla fine del suo
spettacolare concerto nel neanche troppo accogliente palazzetto dello sport di
Shanghai ha inneggiato all’indipendenza del Tibet.

Ma andiamo con
ordine, parlo di quello che ho visto mentre ero lì e delle reazioni sui
"media" cinesi.  

Il bioglietto che
mi sono aggiudicata era un bigliettaccio di quelli che ti fanno stare sugli
spalti seduta, (500 yuan, 50 euro), mi guardo intorno e piano piano salgo le
scale e arrivo sulla mia sedietta blu, già sono infastidita dal dover stare
seduta, ma come si può vedere un concerto seduti? Almeno alcuni concerti devono
essere vissuti saltellando sulle gambe e alzando le braccia, cantando a
squarciagola. Le luci si spengono, prima canzone, è dell’ultimo album che non
conosco. Sono stata fedilissima alla bella fanciulla islandese, tra i miei 15
ai miei 23. Fortuna la seconda e poi via via si va sugli album a cui sono più
legata, piano piano i miei amici cominciano a scendere dalle scalinate anche le
loro gambe hanno bisogno di muoversi al ritmo di Homogenic. Contemporaneamente
Bjork chiede al pubblico: CAN YOU DANCE? Mi guardo intorno, vedo sugli spalti
la gente ferma, piano piano si incomincia a popolare il parterre di piedi
scalpitanti, ma gran parte del resto delle persone, perfino i fortunati con il
bigliettonone da 1600 yuan, si muovono ben poco. Il concerto va avanti e
coinvolge sempre più persone, io canto a voce alta parole sconnesse in inglese,
ringraziando Tania che mi ha anticipato i soldi del viaggio e del biglietto, ho
fatto benissimo ad arrivare fino a SH. Bjork energica come al solito, corre e
salta con suo fare da bambina perenne, con una grande gonna colorata gioca con
la voce. La band di fiati la segue, chi si occupa della parte elettronica
anche, Marc Bell da il suo meglio, io sempre più felice di vedere anche il suo
show.

Arriva la
presupposta ultima canzone, Bjork esce, finalmente i piedi del pubblico
cominciano a richiamarla sul palco, arriva dopo due minuti di applausi. Una
canzone finisce e lei anticipa "Another more song". Ecco l’inizio di
DECLARE INDIPENDENCE, a posteriori saprò come si intitola, per il momento mi
faccio trasportare dal ritmo e dalla prima parola: JUSTICE. poi via via con il
testo, guardo un po’ sorpresa Henya, cerco conferma di quello che sto
ascoltando. Una traccia indubbiamente piena di vigore, quelle due parole messe
lì in mezzo tra "don’t let them do that to you" che possono sembrare
un po’ "too bad, too bad", invece no. Dice proprio TIBET TIBET.

Applausi finali
di tutti quanti. (sospetto non abbiano capito il testo.) 

Questo è ciò che
è successo, quello che ho sentito.

Presupposto mio
personale, chuinque è libero di esprimersi. Non voglio cominciare la solita
discussione sul ruolo del Tibet e quello del governo cinese. Ma vorrei
segnalare un po’ di commenti letti qua e là sui blog. Ad adesso quasi 17.000
persone hanno digitato sul google.cn le due parole Bjork e Xizang (Tibet). Direi
parecchie, anche perchè aumentano di minuto in minuto.

Opinioni
personali si trovano un po’ ovunque nella rete, su
Tianya un forum piuttosto visitato si dice:

 

* Ha avuto un bel
coraggio! Ma penso che in futuro non potrà più ritornare in Cina.

Poi gli
occidentali hanno capito e il risultato è che hanno visto parecchi cinesi che
ancora ballavano, davvero da morire dalle risate!

* La maggior
parte di qu*esti artisti sono tutti arrabbiati, fottiamocene!

* Dovrebbero
essere severamente puniti gli organizzatori del concerto, e far sì che questi
deficenti non invitino a cavolo questa spazzatura!

* Quando il
concerto è finito se ne è andata immediatamente, scomparsa alla velocità della
luce, sembrava che fosse tutto preparato. Oltretutto quella canzone non era
inserita nella lista, ha organizzato tutto alla fine, tutto premeditato. Se
questa volta ha avuto tutto questo effetto, poi tutti quelli che come lei hanno
avuto la stessa tendenza, ad esempio i Radiohead, non vorrano fare neanche
mezzo passo in Cina. Lei può benissimo avere il suo parere politico, ma in un
concerto, facendosi forte della barriera linguistica, non può prendere in giro
tutta la gente….

* Questo è
troppo, è una cazzona!

* Bjork ha
partecipato al concerto per il tibet libero, a noi non importa tanto è
straniera, non ha ricevuto un’educazione di partito, con noi non c’entra nulla,
ma questo modo di ingannare le persone fa davvero incazzare!

* Prima della
liberazione in Tibet c’era un sistema schiavista, questi cazzo di stranieri non
sanno una minchia!

* (riferimento al
post sopra) Ti hanno fatto un perfetto lavaggio del cervello. Sai che cosa vuol
dire schiavitù? Hai idea del concetto di schiavo? Vai a conoscere il Tibet e
poi ne riparliamo!

I commenti
precedono anche su altri forum, alcuni mettono in evidenza la nazionalità della
bella 43enne. Islandese, quindi figlia di una delle più vecchie democrazie
d’europa. Ha conquistato l’indipendenza nel 1944.  

 Insomma almeno
sul web abbondano i commenti di rabbia, ma soprattutto per essere stati presi
in giro, dillo in cinese e vedi quello che ti succede, questo è il concetto. Altri
affermano che associare conzoni e politica è ridicolo (lo leggesse Guccini..),
altri ancora pensano che noi stranieri dovremmo farci i fatti nostri e smettere
di mettere bocca sui problemi altrui.

A questo punto
non posso che concludere che il partito non ha nulla da temere, davvero una
nazione pronta ad ubbidire.