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Corso di bioetica, giovani medici cinesi crescono

Monday, March 31st, 2008

I corsi che sto seguendo mi sorpendono sempre. Un
po’ per la freddezza degli studenti un po’ per la pazienza degli
insegnanti. Un mondo al contrario, mi appare.

Sto
seguendo, connesso alla mia tesi di laurea, un corso di Bioetica
all’Università di Pechino. Quindi in classe ci sono generalmente due
insegnanti che propongono temi di discussione, riguardanti tanti
argomenti del mondo della bioetica. Dai casi clinici più semplici ai
problemi etici di difficile o impossibile risoluzione. Gli studenti
oltre a me, sono dei ragazzi, di 23 anni età media, di medicina. Lo
scrivo senza pentirmene, è svilente vedere dei ragazzi così giovani che
ragionano il più delle volte in termini di beneficio materiale o per
praticità immediata. Tutto questo poco si integra con un dibattito che
dovrebbe portare all’analisi dei perchè più complessi, del tipo: Cos’è
giusto per un essere umano? Cos’è l’individuo? La scienza quali
compromessi deve fare per rispettare l’uomo per se? Tutto questo viene
svilito da una autentica difficoltà nell’analisi, almeno il più delle
volte è così per molti studenti.

La praticità all’ennesima potenza e la pura o la poca familiarità nello scegliere con il proprio cervello. 

Quello
che vedo tutti i giorni sta mettendo in evidenza, ciò che ritengo siano
i problemi più importati per la sicietà cinese contemporanea:

L’educazione:
Gli studenti sono abitutati a sentirsi dire ciò che è giusto o cos’è
sbagliato, non a fare un ragionamento proprio. Sono abitutati a vedere
la legge scritta come la verità messa su carta, senza riflettere sul
senso del problema. Esempio: si parlava di madre surrogato, ossia di
quelle madri che prestano il proprio utero per riuscire a portare
avanti una gravidanza al posto di un’altra donna che non ha
l’opportunità di farlo, all’inizio della discussione nessuno o solo
pochi sono riusciti a vedere questo genere di pratica come un
pericoloso passo verso la commercializzazione del corpo umano, come un
pericolo. Parlando della legge sul figlio unico, nessuno è riuscito a
concepire l’avere uno o più figli come un diritto dell’essere umano.

Sono studenti che sono abituati a memorizzare, tanto forse anche troppo. Mi rattrista.

Il
sistema sanitario: Il caso in questione era questo se tu medico, di
notte in ospedale comune vedi arrivare una coppia con un bambino in fin
di vita, che fai? Tu medico, non pediatra? Cerchi di aiutare il piccolo
o consigli ai genitori di recarsi all’ospedale pediatrico più vicino?
Ovviamente la risposta di questi giovani cinesi di oggi, (so con
certezza che fortunatamente sono solo una piccola parte della
popolazione), bhe, gli eroi d’oriente, un po’ Ponzio Pilato se ne
lavano le mani. Non si azzardano a prendere una decisione che potrebbe
portarli a subire delle critiche da parte di superiori, o potrebbe
portarli ad assumersi necessariamente la responsabilità del proprio
operato. Si rifuggiano piuttosto dietro la legge, 最大法律, la legge
massima, come ha detto ieri una tipa che sta seduta dietro di me. Io
inorridisco. La proff alla lezione seguente ci fa vedere un
documentario su un medico il signor 王忠诚, che si distinse per il proprio
coraggio, audacia e umanità.

 Speriamo abbia effetto nelle menti studiose ma poco curiose dei giovani medici cinesi.