The big chunjie pictures
February 7th, 2009 by yilian
Oggi finalmente aria di primavera, senza guanti in bicicletta. Salutiamo anche questo inverno:)
Oggi finalmente aria di primavera, senza guanti in bicicletta. Salutiamo anche questo inverno:)
Traccia del giorno, spero fino ai miei 80 anni e oltre…
http://www.youtube.com/watch?v=-sbqIyeed4g
Il fenomeno è comune ormai da alcuni anni a questa parte, il linciaggio cybernauta in Cina sembra non fermarsi. I casi si sono susseguiti nel corso degli ultimi 7 anni, sono diversi tra di loro.
Chi tradisce la moglie e diviene bersaglio di accuse da parte dei navigatori della rete che a differenza dall’essere solitari si uniscono, si coalizzano, smebrano l’individuo e lo mettono alla berlina. Nome, numero telefonico, posto di lavoro, tutto pubblicato sul web, le conseguenze sono tante, c’è chi viene licenziato, chi si suicida, i familiari della persona accusata possono ricevere minacce o telefonate ben poco gradevoli.
Tutto questo viene chiamato: 人肉搜索引擎 renrou sousuo yinqing. Da Baidu viene tradotto Manpower Search Engine. Sarebbe interessante invece far decantare il termine 人肉 renrou, ossia carne umana, da cui Human Flesh Search Engine.
Sintetizzando, una persona attua un comportamento più o meno deplorevole da parte della comunità e per questo viene accusato, le accuse arrivano a tal punto da provocare pesanti conseguene nella vita della persone in questione.
Adesso, potremo semplicemente dire, non è giusto, è scorretto, invasione della privacy personale, il mio numero sulla rete? E’ illegale.
Oppure cercare di approfondire un po’ di più questo fenomeno che a mio parere porta dentro una cinesità atavica che si scontra con il mondo contemporaneo, e conseguentemente notare qual’è il ruolo dello Stato cinese ed elucubrare sul perchè i cittadini si sentono liberi di accusare a piede libero, mettendosi la toga da giudici.
Intanto essere alla berlina possiede molto di quel decennio e più definito Rivoluzione Culturale, in cui la follia generale generava accuse pubbliche, orecchie da asino ai cosidetti antirivoluzionari nella piazza pubblica. In cui la gente comune si sentiva libera si deridere la persona in questione perchè la massa, il partito, la nazione stessa leggittimava tutto l’interno processo. La sensazione di ripudio probabilmente veniva vissuta solo nel privato, probabilmente, chissà.
Adesso chi leggittima questi comportamenti? Il legislatore cinese in alcuni casi, sebbene ci siano delle controversie terminologiche, ha condannato i cybernauti dalla toga facile. Quindi la leggittimazione di questi atti da chi deriva? La risposta più semplice è che questi atti si autoleggittimano.
Il cittadino quindi non sentendosi tutelato dalla legge, dalle autorità competenti si assume il ruolo di legislatore e di giudice, che accusa o perdona il proprio connazionale per atti immorali o meno. La questione ovviamente non è avere un parere su una vicenda di cornaca, ma sentirsi in dovere di colpire il carnefice vittima, di umiliarlo e umiliare l’intera famiglia.
L’autoleggittimazione cosa induce anche, induce alla nascita di alcuni siti internet in cui semplici cittadini, non trovando modo di far valere le proprie ragioni a livello legale, fanno appelli sulla rete, in cui raccontano le proprie sventure, la propria vicenda personale in cui la persona ha subito un torto da parte di qualcuno, fanno appello alla comunità in modo che si smuova per cercare l’accusato, per aiutare la vittima a far valere i propri diritti.
Un bel dilemma, accusatore e accusato, vittima e carnefice, e lo Stato mi chiedo io? Il legilatore avrà un bel da fare, se vuole evitare che cittadini poliziotti prendano in mano un fucile.
Wild Wild Far East
Sono tornata adesso, notte fonda. La città è ancora viva, sveglia, si sentono in lontananza i fuochi d’artificio che smetteranno per poche ore e poi di nuovo, riprenderanno a più riprese. Oggi è capodanno, cinese, ovviamente.
La mia personale chunjie di quest’anno mi haportato sul quarto anello sud a casa di un’amica. I genitori di lei, hanno sfornato dallo wok di turno fagiolini con carne dal sapore finalmente casalingo e tante altre pietanze colorate, il colore nella cucina cinese ha sempre un gran valore, rosso verde, marrone, arancione, giallo e funghi.
Una casa al 21esimo piano, quella in cui siamo arivati dopo che la casa a xizhimen è stta distrutta, mi dice M.M, mi guardo intorno, pareti bianche mobili kitch cinesi, lampadario da discoteca e un enorme televisiore. La cena tra chiacchiere tra il vero più e meno sono andate avanti, tra noi italiani che ci destreggiavamo nell’afferrare pesce con le spine e la madre che sogghignava sulle nostre difficoltà nell’acchiappare i piccoli pezzi di cibo.
La signora, una madre un po’ fredda e il padre un tipo curioso, ci hanno versato il thè con cortesia, seduti sul divano ci siamo immersi, incredibilmente nello show della serata televisiva. Il grangala di capodanno, dal 1983 che va in onda, seguito tutti gli anni da milioni e milioni di persone. Coreografie che solo i cinesi sanno fare, acrobati e arti marziali in primo piano, voci acutissime di donne cantavano vecchie canzoni, che tutti i trentenni sanno, dice sempre M.M, le ripetavano alla radio in continuazione, prima non c’era tanta varietà di musica.
Le 24 arrivano con calma, fuori c’erano già stati i tanti accenni ai fuochi, ma finalmente mezzanotte, finalmente altri colori, saliamo sul tetto del palazzo, da una piccola finestrella nel corridoio, ecco il vento e le mille forme che la polvere da sparo sa dare. Rosso, giallo, verde, bianco, tanti e ovunque a 360 gradi, Pechino è felice, nonostante tutto è felice.
O forse non ci pensano poi troppo, un’occasione per festeggiare, benvenga anche questo anno.
Vado a letto, buon anno ancora a tutti.
a tutti buon anno del bue
(che si facciano quadrati e cerchi con l’utilizzo fantasioso di compassi e righe)
Avevo 6 anni
Well you wave your hand and they scatter like crows
They have nothing that will ever capture your heart
They’re just thorns without the rose
Be careful of them in the dark
Oh, if I was the one you chose to be your only one
Oh baby can’t you hear me now, can’t you hear me now
Will I see you tonight on a downtown train
Every night it’s just the same, you leave me lonely now
I know your window and I know it’s late
I know your stairs and your doorway
I walk down your street and past your gate
I stand by the light at the four-way
You watch them as they fall, oh baby, they all have heart attacks
They stay at the carnival, but they’ll never win you back
Will I see you tonight on a downtown train
Where every night, every night it’s just the same, oh baby
Will I see you tonight on a downtown train
All of my dreams they fall like rain, oh baby on a downtown train
Will I see you tonight on a downtown train
Where every night, every night it’s just the same, oh baby
Will I see you tonight on a downtown train
All of my dreams just fall like rain, all on a downtown train
All on a downtown train, all on a downtown train
All on a downtown train, a downtown train
Saranno tre giorni di freddo, il vento e’ cominciato ieri sera alle 23.30, quando mi e’ arrivato un messaggio da un amico che mi aggiornava dell’evento, vabbe’, ero gia’ a letto abbracciata a tre piumoni.
Saranno pero’ gli ultimi giorni di inverno, e’ festa di primavera tra pochi giorni, c’e’ poco da fare lo dice la parola, 春节chunjie, festa di primavera appunto. Una settimana dopo il capodanno cinese arriva finalmente il cambiamento, arrriva il momento di godersi la strada che faccio tutte le mattine per andare a lavoro, alzero’ la testa per sentire l’aria fresca e piano piano riapparira’ l’ananas e la papaya.
Ora sono in ufficio, non voglio muovermi. Devo cercare di essere piu’ incisiva nell’articolo che devo corregere, essere piu’ incisiva?
La soluzione e’ leggere, mi sono messa a spulciare articoli on line, blogger, scrittori, studiosi, o semplici appassionati. Dall’intervista fatta e’ uscito questo nome, 杨东平 Yang Dongping. Un docente, un sociologo dell’educazione, ma anche qualcuno che partecipa attivamente al cambiamento della societa’, quacuno che non se ne tiene in disparte, commenta e stimola discussioni.
Come essere un maturo attivista alla cinese. Consiglio a tutti il suo blog
che la fenice more e poi rinasce,
quando al cinquecentesimo appressa
erba né biada in sua vita non pasce,
ma sol d’incenso lacrima e d’amomo,
e nardo e mirra son l’ultime fasce.
(Inferno XXIV, 107-111)
I motivi per la discesa al sud erano due, il secondo e’ stato appunto la visita a casa di 4 amici.
Di questa casa, situata alla periferia di Wuhan ne avevo sentito parlare, M. mi aveva spedito gia’ una ventina di fotografie, mi ha pero’ stupito la posizione, lontana ma comoda, per arrivare una lunga strada tra nebbia e laghi, vegetazione e atmosfera invernale dell’Hubei. Un capolinea degli autobus accanto e un mercatino di frutta e verdura sulla strada. Dalla strada principale ad una stradina, ad un cancelo di ferro ed eccoci finalmente dentro.
So che M. ha fatto del suo meglio per mettere in ordine, lo conosco e mi conosce. La casa e’ una palazzina a tre piani con un giardinetto fuori, con uno spazio per poltroncine rimediate li’ per li’, ma comode, accanto al posto per fare il fuoco. Wuhan come tutto in tutto il sud della Cina non ci sono riscaldamenti, d’inverno nevica, i cinesi sopportano.
L’interno e’ grande, stanze con tavoli che si alternano a stanze da letto dei 4 ragazzi, scale e bagni, la cucina da sulla parte retro della casa. Alpiano di sopra altre stanze da letto, un bagno e una stanza che ha ospitato la bella comitiva di Laowai, al piano ancora di sopra con accesso tramite una fragile scalinata di legno ed ecco un’altra stanza e un balconcino, il tutto ancora da rimettere a posto.
Cos’e’ questa casa?
E’ sicuramente uno spazio aperto ad iniziative che man mano si andranno delineando. Non voglio iniziare a fare considerazioni e paragoni, tutto troppo differente, bisognerebbe prima sempre osservare e poi aprire bocca. E’ un posto, comunque da visitare se avete voglia di vedere un’altra, ennesima faccia della Cina.