Il re e lo scudiero

Per essere scudiero del re, bisogna superare delle prove. “Intanto non devi parlare, ma devi ricevere uno sguardo di assenso e poi puoi aprire bocca. Sarà un po’ difficile all’inizio ma poi diventata tutto naturale, imparerai a parlare solo dopo avermi guardato e, saprai già dentro di te, se quello che starai per dire lo potrai dire o meno”. Lo scudiero indossa la calzamaglia bianca, incollata ai peli delle gambe, una bisaccia alla cinta e una comoda mantella, la barba incolta e una spada. Il re, è ciò di cui lo scudiero a bisogno per la sua realizzazione, pensano i più. Insegnamento, incoraggiamento e inutile speranza di raggiungere la libertà. Chi sarebbe lo scudiero senza re? Nessuno. Mormora la gente.

Un’altra prova è bere. Bere fino a svenire sempre tenendo presente la spada, la ciotola e il riso. Non bere e lasciarsi andare, soli nella notte, ma essere sempre lì accanto al re, tra il suo vomito e le cosce della dama di turno. L’alcool lo può sfinire, ma non lo deve abbattere, in quanto la presenza deve essere costante, lo sguardo del re potrebbe sempre arrivare per ricevere l’assenso dello scudiero, quindi essere presente non a se stesso ma al re.  Sempre.

Certo, tra i ciottoli e le vie della piccola fortezza, non è facile non intrufolarsi un una locanda con la luce bassa e invitante, fuori tira un po’ di vento, i brividi passano tra le maniche larghe della mantella e il desiderio dello scudiero è quello di aprire la porta, chiedere un bicchiere di qualsiasi alcool e sentire i passi degli altri viandanti al piano di sopra, il legno assorbe ma il suono si espande e crea immediatamente calore. Invece no.

Il re, comunica allo scudiero la terza prova, in assenza del re, lo scudiero deve essere sempre riconosciuto come tale. Un segno di distinzione. Che non può essere un tatuaggio, deve essere un marchio fatto con il fuoco, tre profonde cicatrici fatte da un rovente pezzo di metallo, sul polso sinistro dello scudiero, solo così il re saprà che lo scudiero lo appartiene.

Lo scudiero è un bravo scudiero, acconsente e supera tutte le prove. Tutti li acclamano: lo scudiero e il re.

Solo da lontano una vecchia, la povera pazza che di giorno vaga nei mercati e la notte si sofferma a guardare la gente, continua a ripetere la stessa frase, da secoli e secoli:

il re senza scudiero non è nessuno, il re senza scudiero non è nessuno.

 

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