Archive for January, 2008

意大利 napoli

Wednesday, January 9th, 2008

结果

        

原因 ECOMAFIA

 

In Tv

Monday, January 7th, 2008

Ieri sera ero intenta a scrivere caratteri su caratteri e a fissare qualche struttura grammaticale in più, la televisione faceva da sottofondo. Ogni tanto alzavo lo sguardo e di nuvo zapping per cercare qualcosa di più orecchiabile, un telegiornale sarebbe andato benissimo, di certo il telequiz cinese me lo risparmio, piuttosto la telenovela ambientata nell’epoca Ming, comunque cambio canale ecco CCTV 1. La prima rete della rai cinese sta trasmettendo un programma su Confucio.

Mi metto in ascolto, c’è un vero e proprio dibattito, con ragazzi delle elementari, medie e superiori, studenti universitari, docenti e esperti del Maestro, 孔子 Kong Zi. Una discussione appassionata e libera, con le facce rosse dei partecipanti, sia per i riflettori televisivi ma anche forse per l’imbarazzo. Il pubblico, vivacemente, chiedeva la parola per esprimere il proprio parere sui vari insegnamenti di Confucio, sulla loro accordanza con il mondo e con l’educazione di oggi. Un ragazzo in barba ai professoroni ha ammesso, con volto disarmante, che lo studio del filosofo è noioso e (per lui) inutile, un altro ragazzo, un po’ più grande di età, cercava di fargli capire l’importanza di leggere le parole del Maestro e di farle proprie, mentre il docente ascoltava con un sorrisetto malizioso.

In tutto il dibattito chi spunta tra il pubblico? Un mio caro amico, di cui segnalo il blog, originale e assolutamente molto divertente danielemassaccesi.blogspot.com,  vi consiglio di seguirlo soprattutto nel suo prossimo viaggio in India. (se siete in Cina il blogspot è bloccato, arrivateci con dei proxy)

 

            

(Buon viaggio Daniele, magari un giorno di facciamo un viaggetto insieme, magari nel Qinghai!) 

Sieeb

Saturday, January 5th, 2008

 

Mi lamento spesso per quello che noi italiani organizziamo qui in Cina, spesso poco o nulla. Attorno a ma ci sono argentini, francesi, tedeschi che lavorano alla cctv, la rai cinese, in quanto i loro paesi hanno stretto accordi e progetti con la Cina da molto tempo. Noi italiani rimaniamo sempre troppo indietro. Quindi quando ho scoperto il SIEEB sono stata molto felice.

Sieeb, l’acronimo per Sino Italian Energy Efficient Building. E’ un edificio della prestigiosa università Tsinghua di Pechino nato dalla collaborazione del Ministero dell’Ambiente e del Territorio italiano e il Ministero delle Scienze e della Tecnologia cinese. Architetti italiani e cinesi hanno collaborato alla costruizione di questo edificio a basso impatto ecologico. Una gran quantità di pannelli fotovoltaici assicurano gran parte della produzione di energia dello stesso complesso mentre l’emissione di anidride carbonica è ai minimi livelli.

 

sullo scaffale

Saturday, January 5th, 2008


I
l mondo del cinema mi fa venire l’allergia alla pelle, braccia e viso compreso.


Ma per provare a comprendere questo paese, gli scaffali del salotto sono pieni di film, di ogni genere. Tempo fa andavo frequentemente alla ricerca di film cinesi, non cercavo il regista alternativo, o il film indipendente o l’attore o attrice che ha vinto qualche premio in chissà quale paese al mondo, andavo piuttosto alla random-ricerca di qualcosa che mi mostrasse la cina vista da chi è cinese. Quindi sullo scaffale c’è di tutto dal film di partito, al regista che non osa, alle fiction degli anni 90 (mitiche!) e perchè no, adesso dopo un po’ di tempo che vivo qui, mi sono resa conto che ci sono anche dei bei film che mi hanno tenuto attaccata allo schermo del pc, che mi hanno fatto ridere o mi hanno aiutato a vedere qualche cosa in più sul mondo che mi circonda. Oggi mettendo un po’ in ordine (ci provo con tutta me stessa a mettere a posto la confusione constante) ho cercato di fare il punto della situazione film:


Uno dei film che mi ha fatto bene, perchè le commedie con del sano b
lack humor le apprezzo davvero, fanno bene alla salute, mai prendersi troppo sul serio, vabbè. Il film in questione è 疯狂的石头 Fengkuang de shitou (crazy stone), diretto da 宁浩 Ning Hao. Dei sedicenti ladri cercano di rubare il Gioiello, il quale si alterna tra il vero e il falso, ma anche i ladri si alternano, un film veloce non proprio in mandarino perfetto, accento forte del sud azzarderei del Sichuan, sapendo di poter sbagliare.


 


Un altro film che in occidente ha avuto piena visibilità è il premiato leone d’oro al festival di Venezia 2006: 三峡好人 san xia hao ren (still life) di Jia Zhangke 贾樟柯. Di questo film ho apprezzato lo scorrere lento delle immagini e del fiume, la gente fotografata nelle loro modo di essere umile e modesta. Una mescolanza di neorealismo con quel pizzico di surrealismo che pregna la Cina di oggi. Nel film ci sono scheletri di palazzi che prendono il volo nel cielo dell’Hubei, e comete che mai atterrano, operai che a ritmo ipnotico continuano a distruggere, a buttar giù ciò che rimane per far posto al nuovo.
I suoi lavori precedenti siano ispirati da questo voler narrare i cambiamenti
della Cina ma soprattutto descrivere la gente. Sono semplici i personaggi di
小武 Xiao Wu (Pickpocket), ci sono ladruncoli (eroi) e
prostitute. In Zhantai
站台 (platform) e Ren Xiao Yao 任逍遥
(Unknown pleasures) gli uomini, i personaggi
cercano di adattarsi ad una Cina che cambia, ma sono smarriti non trovano una
direzione. Nel suo ultimo film, invece, si varca la porta del surreale.


 



Un altro film che detiene un posto nel mio scaffale è
绿帽子Lu Maozi di Liu Fendou 刘奋斗. Una commedia-tragedia, dove ci sono ladri e
pistoleri affitti da gelosia cronica, con mancanza di fiducia in sè
stessi. 


Poi ce ne sono tanti altri, ma
sto per uscire, un mio amico lascia Pechino e va festeggiato.

Ps. Liu fendou è quello di 洗澡 Xizao (shower) 


 

CD da non lasciare indietro

Friday, January 4th, 2008

Per iniziare il nuovo anno come si deve dovrei buttare alcuni dei miei cd, o comunque dovrei metterli da parte. Lasciarli magari in un cassetto e tirarli fuori quando non possono piu’ farmi male. Sì. alcuni cd possono farmi star male, il bello che con fare masochista me li porto dietro da anni, e magari li ascolto una volta o due all’anno. Il cd contiene suoni che contengono sospiri, risate e lacrime amare o felici, ma indubbiamente sono vivi nella loro rigida forma circolare.

Un cd che ho sotto gli occhi adesso, sul tavolino disordinato davanti al divano è un cd che invece per ora non vorrei mai lasciare in disparte, anche lui mi riporta a voci e esperienze passate, a nottate lunghe, ascoltato ad altissimo volume nella stanza mentre mi asciugo i capelli, o lasciato così di defalult nella stanza o casa, mentre  esco. Questo cd contiene parole e suoni, la lingua è il cinese, ma ci sono anche parti di tracce, in lingue non proprio identificate, si spazia con la fantasia. Si sperimenta. E’ un cd che mi continua a far battere il piede a tempo e a muovere la testa, sembra non voler cedere al tempo che passa e al mio strano rapporto con i cd, lui sopravvive a tutte le epurazioni. 

Xiao He è il nome dell’artista che c’è scritto sul lato sinistro della copertina, ma senza volerne al fanciullo-uomo in questione, piu’ che un disco fatto da una persona sola, è forte la sensazione che sia stato composto da un intero complesso, è immediato il senso di partecipazione comunque che se ne trae. Strumenti e ritmi dati da percussioni, chitarre, flauti e bassi, in piu’ ci sono voci, diverse e perfino una fisarmonica, ma questo nell’ultima volta che l’ho visto in concerto. 

Una sera affollata di gente, nel fumosissimo bar, nella piazza che piu’ mi piace di Pechino, quella tra le due torri, tamburo e campana che si guardano. In mezzo il bar pieno come non mai, dove al centro del palco c’è Xiao He fatto di ego, il suo, che lo rende protagonista su una sedia di legno e un cappello grigio in testa a nascondere i suoi capelli brizzolati, fatto anche di autismo, nuovamente il suo, che si esprime con sguardi alla ricerca di un mondo che solo lui sa dov’è, e di vene del collo pulsanti. Intorno a lui i suoi compagni e amici (spero) che lo aiutano a contenersi, intorno chitarra, basso, batteria e percussioni, accanto la fisarmonica, lo indirizzano per non perdersi in quel mondo che è dentro il suo sguardo, ma ancora di più tutti loro partecipano ad una performace che è anche un gioco, un canto corale e non, un alternarsi di suoni e ritmi che può accadere solo se c’è condivisione. Il pubblico non riesce a trattenere risate e battute (sapessi bene il cinese..), partecipiamo tutti quanti, con battiti di mano e  voci di incoraggiamento a continuare. Io continuo a battere il mio piede e a muovere la testa, ad un ritmo, però, tutto suo.