太阳照常升起 the sun also rise

Il film mi ha tenuto con lo sguardo sul al lap top dall’inizio alla fine.


Spesso lo ammetto mi perdevo, nelle immagini e nei suoni, musica e colori nitidi.

Le corse veloci di un figlio
preoccupato per la madre folle, giovane madre che rapida sale e scende
dagli alberi, mi riporta più ad una favola, una storia che parla di
follia, in modo giocoso come ne parlerebbe un folle ingenuo. Ma
raccontare in maniera lineare questo film, non ha senso, perchè ci si
perde dentro.


Se cerco di tracciare una linea degli eventi non funziona, non c’è razionalità, e menomale dico tra me e me.

Ci sono fiori che crescono
spontanei sulle rotaie di un treno e ucceli che vivono solo nella
fantasia dei personaggi. Ci sono cammelli e neve. Dottoresse sensuali,
e palpeggiamenti puniti con il suicidio del palpeggiatore.


Qualcosa di vero c’è: la Rivoluzione Culturale.

Ma è complesso parlare di questo
periodo della storia cinese, durato ufficialmente per dieci anni da
1966 al 1976, nell’animo delle persone invece è durato molto molto di
più. E’ stato un periodo cupo e inverosimile della storia della Cina,
tutti ne sono stati influenzati, e il non riuscire a parlare ne ha
amplificato l’effetto.


Non è facile per i cinesi tornare
con la mente a quel tempo e non so neanche quanto noi da occidentali
possiamo comprenderlo realmente. Ci sono studi su studi, libri e autori
che descrivono approfonditamente gli avvenimenti, ma se fai domande,
percepisci che non è facile venirne a capo, capirene di più. Forse
perchè quando il surreale prende il vero sopravvento sulla vita della
gente, non c’è nulla da fare. Le spiegazioni sono vane.




Quello che mi è rimasto dentro
chiedendo ad amici e conoscenti è la sensazione di sfiducia nel
prossimo, della coscienza di non potersi fidare neanche del proprio
figlio, del proprio compagno di classe, che fino a poco prima era il
tuo migliore amico.  Ma di nuovo, è difficile trovare qualcuno che ne
voglia parlare, almeno per ora non mi è capitato.




Ma questo film non vuole parlare
di questo, vuole bensì mettere un accento sull’ingenuità di quel tempo,
e ancora sul mondo del "reale meraviglioso" che ha segnato la vita dei
cinesi.


E’ un film di emozioni, che corrono tra le immagini e tra le voci dei protagonisti, urlate e sussurrate.

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