Mantis

Nelle mie fughe dalla citta’ mi capita spesso di ritrovarmi accanto a fiumi, laghi, erba alta, ponti.

Quel
giorno ero su un pontile, davanti a me un mare di fiori di loto, vicino
a me degli occhi che nascondono troppe storie di cui poco so e per ora
poco voglio capire, sopra di me un tronco di un albero lungo che finiva
piano piano quasi a contatto con il bordo dell’acqua. Mentre mi perdevo
in chiacchiere di vita vissuta e sperata avverto sul braccio un tocco
leggero. Guardo.  

Ecco quello che vedo

Una Mantide, Mantis o in cinese Tanglang 螳螂.

E’
la prima volta che incontro sul mio cammino la famigerata mangiatrice
di "uomini", l’assassina. A dir la verita’ l’occhio vispo della
bestiola mi e’ stato subito piu’ che simpatico. Ho apprezzato il suo
non aver paura, la sua iniziale posizione d’attacco. Intanto camminava
sulle mie braccia con agilita’ avanti e indietro, io con fare curioso
non smettevo di osservare il suo corpo filiforme, zampe davvero
sottili, mi chiedo come e’ possibile che non si spezzino con un solo
filo di vento, un insetto stecco sul serio, il suo muso triangolare la
bocca un po’ aperta per pulirsi parte del corpo. Gli occhi grandi,
davvero grandi rispetto alla vita sottile e il corpo lungo. Insomma,
una vera fighetta. 

Di lei si dicono tante storie
vere, piu’ o meno raccapriccianti, mangia il compagno con cui si
accoppia partendo dalla testa senza compromettere l’accoppiamento in
atto. Qualcuno la addita a simbolo del potere femminile (negativo),
[cazzo]. 

Per me solo un insetto dal colore verde
brillante, splendida nella sua forma e delicatezza (apparente),
comunque musetto sveglio, molto piu’ sveglio di tanti altri. 

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