Kataklò Athetic Dance Theatre in Beijing
La mia coinqulina (mamma T. o Chongzi 虫子 Killer) me lo accenna l’altro ieri. Alla Beida 北大, l’uiniversità che mi ha ospitato per 10 mesi, da cui da un mese sono però latitante, c’è uno spettacolo di acrobati italiani.
Accetto volentieri il nuovo programma. La giornata è meravigliosa, mi catapulto fuori dal letto tirata per le braccia dal cielo azzurro azzurro e dal sole. Cammino per il quartiere, incontro un amico che pranza con i genitori, no putonghua 普通话 (ligua ufficiale, mandarino) ma in fondo è il ganjue 感觉 (sensazione) che ci porta avanti a noi laowai 老外(stranieri). Poi gli spaghetti in brodo e un bel po’ di pesce appena sveglia ci stavano davvero. Usciamo dal ristornate e ci dirigiamo verso un nuovo negozio di amici del mio amico, appena aperto. La piccola Xiaodan vende manufatti del Guizhou 贵州, regione al Sud della Cina, ancora non intaccata dal turismo di massa, ancora non Disneyland insomma. Regione in cui chi è di minoranza etnica Miao utilizza fili colorati e tempi lunghissimi per cucire e ricamare vestiti, scarpe, cinte e tanto altro. Opere d’arte più che semplici indumenti.
Rimango lì per un po’, poi corro a casa a fare la doccia aspetto F. con la piccoletta e poi via in taxi. Direzione Beijing University. Lo spettacolo di acrobati italiani che scoprirò si chiamano Kataklò e sono molto più di acrobati.
Arriviamo alla porta Est del campus, entriamo e il sospetto che questa università abbia una lunga storia diventa consapevolezza. Oltre gli edifici, l’attenzione ai praticelli che tanto mi piacciano e gi alberi e i laghi, e le foglie di fiori di loto.
Entriamo lo spettacolo sta per iniziare. Apprezzo di essere lontano dal quartiere in cui sempre mi ritrovo, apprezzo le persone che mi sono accanto. Lo spettacolo inizia. Mi vorrei allontanare dal mondo del lavoro che mi sta prendendo in questo momento. Luci spente, musica elettronica dai ritmi cadenzati, comincio a muovere le gambe. Gli attori-danzatori-acrobati fondono l’atletica con la gestualità e la sensualità. Sono in tutto otto, personalizzando il contenuto degli sport più importanti. Si passa dal calcio alla scherma, al lancio del peso, al nuoto e alla box. In alcuni momenti rimango colpita da come il corpo umano possa essere espressivo, in altri mi godo esclusivamente la musica.
Due ora abbondanti di sport, ammetto di non essermi allontanata troppo dal mondo lavorativo (Olimpiadi mon amour) ma giornata è stata piacevole in assoluto.
Bravi i Kataklò.
July 18th, 2008 at 12:12 pm
Solo due parole riguardo al “guizhou non ancora intaccato dal turismo di massa”. E’ vero che scrivo da un internet point accanto ad una stalla piena di mucche, in un villaggio delle minoranze Miao e Dong, circondato da risaie,ma purtroppo o per fortuna sta cambiando tutto anche qui. Lungo il percorso stanno costruendo autostrade e l’invasione del turismo cinese di massa e’ piu’ che vicina, e’ qui. Ovviamente la gente e’ contenta della ricchezza che il turismo porta con se, e se i cambiamenti non fossero cosi’ drastici e distruttivi non sarebbe neanche male. A causa dei mille cantieri la maggior parte dei fiumi sono inquinati, anche se i bambini non hanno smesso di farci il bagno.
Un aspetto che in alcuni villaggi mi ha disgustata e’ il solito modo che i turisti cinesi hanno di viaggiare. Con i loro obbiettivi da duemila kuai, gli avventurosi pionieri fotografano la popolazione locale neanche fossero allo zoo di Beijing!
Io intanto ho preso le pulci e accuso un certo disturbo di stomaco…
Torno in vacanza,
mille baci alla mia pechinese-romana preferita
:***
Feili