Archive for the ‘Sotto il cielo’ Category
chinese protest against france
Sunday, April 20th, 2008Anti occidente
Saturday, April 19th, 2008Tempi duri. In questa Pechino ultimamente.
(dell’Italia non voglio neanche parlarne, credo solo che il "nuovo" presidente è ciò che si meritano gli italiani)
Pechino
invece corre questa folle corsa alle Olimpiadi, i mingong continuano a
lavorare tra tubi innocenti e canne di bambù con i loro caschi gialli
per costrire la nuova Cina. Una bella parte è già stata costruita. La
polemica della torcia, non si è aquietata, la sicuramente non ha più la
prima pagina dei giornali, ma il malcontento di stranieri e cinesi è
evidente. Tutto questo per me è pericoloso.
Ultimamente
su internet c’è un modo per garantire l’appoggio e incoraggiare la Cina
nel suo operato, o forse per prendere parte nella stupida diatriba
"Cina contro Tutti". Questo modo, degno del mondo adolescenziale in cui
viviamo, è mettere un bel cuoricino rosa nel proprio msn, no comment, il
cuoricino rosa. Altra idea geniale degli ultimi tempi dove come in un
fumetto ci sono i buoni da una parte e i cattivi dall’altra, c’è chi ha
deciso di, boicottare il Carrefour nota catena di supermercati francesi.
Perchè la Francia non ha protetto la torcia? Perchè i francesi si sono
permessi di criticare a fondo il governo cinese? Per un astio compresso da secoli che adesso ha trovato il modo di uscire? Boicottaggi a parte, quello che sta scuotendo ultimamente l’animo dei giovani pechinesi è anche la massiccia presenza delle forze dell’ordine. Retate in alcuni locali della zona dei locali, quartiere finto, costruito per far bere il giovine bianco col soldo prima, ora per far bere tutti quelli che se lo possono permettere. A farne le spese questa volta sono stati giovani adolescenti francesi che sono stati portati via dalla polizia.
Questi i fatti delle giornate precedenti, quello che si percepisce in Cina, adesso è un forte astio, comandato o non dal governo. Onestamente, non credo ci sia il bisogno che il governo cinese si scomodi per confermare nuovamente il sentimento nazionalista del popolo cinese. E’ frutto di un sottile lavoro fatto da decenni, un’educazione a cui difficilmente si scampa.
Ieri a cena con il mio caro amico, con cui non smetterei mai di parlare, continuavamo a discutere di Cina. Perchè se l’occidente o chi per lui attacca il governo cinese, il popolo lo sente come un attacco personale alla popolazione cinese? La politica del governo e la popolazione in che rapporto sono?
Mentre scrivo questo post una mia amica mi manda questo link: manifestazione antifrancese a wuhan.
Un momento
Wednesday, April 16th, 2008Bisognerebbe amare le streghe. Per l’impulsività e la voglia di dire. Osservatrici di vetri, nascoste negli occhi degli altri.
Mi piacerebbe riuscire ad esserlo, intuire, aprire bocca e urlare. La verità che seppur piccola, spinge dentro.
Essere voglie divorate, occhi maliziosi ma infinitamente innocui, spesso mi da pena. Essere me, senza poter essere altro.
E ancora mi ritrovo tra carte spesse lontano da qui.
Visto
Friday, April 11th, 2008Caffè prima e bicicletta poi. Oggi vado a chiadere informazioni per il visto. Credevo di essere esente da tutta questa marasma di straneri che aprono i portafogli per visti brevi e cari, ed invece no. Come tutti gli altri alla ricerca di un modo per ottenre un visto. Intanto la cosa sia chiara, se hai soldi tutto bene, un visto di 6 mesi può arrivare a 600 euro, si mormora dietro le quinte, ma per me studio e part time, 600 euro proprio no. Quindi con il mio visto x (xuesheng-studente) cercherò di ottenere un altro visto studente per circa tre mesi. vediamo un po’ che accade.
questo è il contenuto di due mail arrivatemi:
***China has stopped issuing multiple-entry visas and
slowed the processing time for single- and double-entry visas for foreigners in
Hong Kong. According to travel agencies in the region, applicants are only being
issued single-entry visas, with double-entry visas only being issued if airline
tickets or detailed itinerary can be provided explaining why two entries are
required during the same trip. The duration of stay for both single- and
double-entry visas is 30 days.
It is also now
being recommended to apply in advance of planned travel to the mainland, as
processing times are slowing as well. Currently, a visa can take up to four days
to process according to travel agencies in Hong Kong. The suspension, which
appears to be both related to the upcoming Olympics as well as the ongoing
political unrest in the nation’s western regions, took effect on March 28 and
will last until October 17.
Chinese
authorities are also said to be stepping up enforcement of other rules and
regulations applying to foreigners on the mainland. A recent letter circulating
on the mainland warns foreigners with residence permits in China to make sure
they register with their local police station within 24 hours of arriving in
China, and every time they return to the mainland from abroad. While these rules
have been in place for years, the letter suggests that the authorities will step
up enforcement of the regulations ahead of the Summer Games****
Ancora Tibet
Thursday, April 10th, 2008Sono un po’ stanca di parlare di Tibet, di ritrovarmi tra amici e parlare del più e del meno poi ad un tratto guardarci negli occhi, " Ma l’hai letto? Hai visto? Che pensi? " Tutto giustissimo, ma concedetemi la stanchezza anche di essere impopolare, di rispondere e in qualche modo difendere la Cina da altri amici al di là dei monti Urali che si immaginano questo paese in stile Rivoluzione Culturale, come forse i loro padri inneggiavano nel 68 al libretto rosso di Mao senza neanche sapere cosa dicesse realmente (magari non tutti, ma buona parte…).
Oggi pranzo con un mio amico, che protegge a spada tratta la sua cara amata Cina, e io mi vedo fare l’opposto, la critico aspramente, perchè fare l’avvocato del diavolo è ciò che mi riesce meglio fin da quando sono bambina. Poi ad un certo punto lo guardo e ammetto che la cosa che più mi preoccupa è un potenziale razzismo dilagante, un pregiudizio cocente, che mi irrita perchè cresciuta in un ambiante multiculturale, dove sai bene che il pregiudizio nasce dall’ignoranza che e nel mondo di adesso non c’è bianco nè nero nè buono nè cattivo.
(Bamboozled, Spyke Lee 2000. La società è più complessa di quello che ci dicono gli slogan tanto facili da urlare)
Un giorno poi ho detto ad uno di quei giornalisti a cui non dovresti mai dire stronzate, ma l’ho detto seriamente e lo penso tutt’ora che il Tibet non è un problema per la Cina, un problema vecchio. Se il tipo si ricodasse la frase sicuramente mi riderebbe in faccia ora come ora. Ma tutt’ora sono convinta e mi dispiace che parlando di Tibet si continuino a nascondere tanti altri problemi che permiano la società cinese e con cui invece la Cina dovrebbe fare i conti, di cui i giornalisti stranieri dovrebbero fare ben lunghi e approfonditi reportage. Mi spiace che la Cina venga dipinta come ed esclusivamente la politica del governo troneggia, mi spiace che stia avvenendo un Cina contro il resto del mondo. Mi spiace che non ci siano voci fuori dal coro.
Tibet e stampa
Sunday, April 6th, 2008
Sono passati più di 20 giorni dai tumulti di Lasha,
ma l’interesse per quanto è avvenuto non diminuisce, sebbene in questo
ultimo periodo l’attenzione si è spostata su di un’altra questione,
strettamente collegata con ciò che avvenne: Il ruolo dei media.
Fin
dall’inizio molte persone lamentavano l’assenza di informazioni
veritiere da una parte e dall’altra, tra propaganda cinese e
occidentale. L’una difendava a spada tratta se stessa e il suo operato,
l’altra accusava la Cina di crimini di genocidio contro il popolo
tibetano. In tutto questo mondo o bianco o nero c’è chi lamenta il
fatto della falsità delle notizie, della parzialità del giornalismo,
cinesi e non cinesi. Un sito internet sta spopolando in questi giorni,
dal nome più che esplicito: anti-cnn.
In
principio le accuse occidentali riguardo a questo sito erano fondate
sul fatto che fosse una pura messa in scena da parte del governo
cinese. Non so onestamente quanto possa entrarci lo zampino di Hu
Jintao, ma sicuramente sarà molto soddisfatto nel vedere come i
cittadini cinesi hanno reagito alle accuse della stampa occidentali,
orgogliosi del proprio essere cinesi e infinitamente stanchi del
pregiudizio nei loro confronti. Il sito in questione però mi sembra più
uno sbocco per le tante voci nazionaliste che popolano la Cina, che un
luogo dove porsi delle domande. Il governo ne sorride, elogia in
programmi televisivi il ruolo del Blog, che permette l’espressione di
chi altrimenti non avrebbe voce.
Il pregiudizio
dei media occidentali non diminuisce e neanche quello di chi legge la
stampa straniera che descrive la Cina come il nuovo mostro. Mi ricordo
una volta sono tornata in Italia, in televisione, un programma
intitolato il Terrore Giallo e gli ospiti invitati neanche un qualsiasi
esperto di Cina. Chiamo un mio amico, felice di sentirmi dopo tanto
tempo, gli chiedo se la prossima volta mi sarebbe venuto a trovare, la
sua risposta, " bhe…sai cosa, non mi piacciono i cinesi…", io un
po’ stupita dalla generalizzazione chiedo delle spiegazioni, e lui "
Mah..solo una sensazione, sai i discorsi sui giornali…".
Quello
che va combattuto è il pregiudizio. Pericoloso mettere in atto questo
circolo vizioso fatto di informazioni deliberatamente parziali, senza
approfondimento. Forse è un problema più grande e generale quello della
validità del mezzo moderno di informazione, ma dipingere un popolo in
un modo, classificarlo genericamente a cosa può portare? Ad
un’ingiustificata incomprensione.
In Cina non ci
sono libertà individuali lamentano da lontano, il fatto che la
coscienza di essere un individuo e del proprio valore, il valore del
singolo non è qualcosa che si può esportare come possono pensare gli
americani con la democrazia, ricordo che fino a poco tempo fa in Cina,
lo slogan era 为人民服务, Al servizio del popolo. La precedenza al popolo
intero, alla massa se vogliamo e poi il singolo individuo, lui viene
dopo. E’ scritto a chiarissime lettere su ogni manuale di legge cinese,
forse il solo rimasuglio di una società comunista. Ma per questa
differenza di priorità non dobbiamo pensare che i cinesi siano amorali
o "senza Dio". Chi conosce un po’ la Cina, sa anche che i cinesi non
sono un popolo succube, ma instancabili e laboriosi e se vogliamo
solo diversi. Noi in occidente abbiamo mai sperimentato fin da bambini
classi da 50 studenti? All’università dormitori da 8 persone? Mense
affollate e stazioni stracolme? Famiglie in cui tutti si chiamano zio e zia, o amici che si chiamano fratello e sorella? Sanno bene i cinesi (o forse il la
politica del governo) che per governare la massa c’è bisogno delle
gerarchie, del rispetto dei ruoli e la Cina ancora si affida a questo.
L’animo del cinese si affida a questo. Fortuna che Confucio è nato qui.
Come conciliare le libertà individuali con un
tutto l’apparato precedente ma intimo che regge questo paese? Non è
cosa da poco, ma non che qui le persone non ne siano conscie.
Un articolo interessante scritto a posteriori con sale in zucca da Barry Sautman.
Se il mondo fosse cinese
Wednesday, April 2nd, 2008Corso di bioetica, giovani medici cinesi crescono
Monday, March 31st, 2008
I corsi che sto seguendo mi sorpendono sempre. Un
po’ per la freddezza degli studenti un po’ per la pazienza degli
insegnanti. Un mondo al contrario, mi appare.
Sto
seguendo, connesso alla mia tesi di laurea, un corso di Bioetica
all’Università di Pechino. Quindi in classe ci sono generalmente due
insegnanti che propongono temi di discussione, riguardanti tanti
argomenti del mondo della bioetica. Dai casi clinici più semplici ai
problemi etici di difficile o impossibile risoluzione. Gli studenti
oltre a me, sono dei ragazzi, di 23 anni età media, di medicina. Lo
scrivo senza pentirmene, è svilente vedere dei ragazzi così giovani che
ragionano il più delle volte in termini di beneficio materiale o per
praticità immediata. Tutto questo poco si integra con un dibattito che
dovrebbe portare all’analisi dei perchè più complessi, del tipo: Cos’è
giusto per un essere umano? Cos’è l’individuo? La scienza quali
compromessi deve fare per rispettare l’uomo per se? Tutto questo viene
svilito da una autentica difficoltà nell’analisi, almeno il più delle
volte è così per molti studenti.
La praticità all’ennesima potenza e la pura o la poca familiarità nello scegliere con il proprio cervello.
Quello
che vedo tutti i giorni sta mettendo in evidenza, ciò che ritengo siano
i problemi più importati per la sicietà cinese contemporanea:
L’educazione:
Gli studenti sono abitutati a sentirsi dire ciò che è giusto o cos’è
sbagliato, non a fare un ragionamento proprio. Sono abitutati a vedere
la legge scritta come la verità messa su carta, senza riflettere sul
senso del problema. Esempio: si parlava di madre surrogato, ossia di
quelle madri che prestano il proprio utero per riuscire a portare
avanti una gravidanza al posto di un’altra donna che non ha
l’opportunità di farlo, all’inizio della discussione nessuno o solo
pochi sono riusciti a vedere questo genere di pratica come un
pericoloso passo verso la commercializzazione del corpo umano, come un
pericolo. Parlando della legge sul figlio unico, nessuno è riuscito a
concepire l’avere uno o più figli come un diritto dell’essere umano.
Sono studenti che sono abituati a memorizzare, tanto forse anche troppo. Mi rattrista.
Il
sistema sanitario: Il caso in questione era questo se tu medico, di
notte in ospedale comune vedi arrivare una coppia con un bambino in fin
di vita, che fai? Tu medico, non pediatra? Cerchi di aiutare il piccolo
o consigli ai genitori di recarsi all’ospedale pediatrico più vicino?
Ovviamente la risposta di questi giovani cinesi di oggi, (so con
certezza che fortunatamente sono solo una piccola parte della
popolazione), bhe, gli eroi d’oriente, un po’ Ponzio Pilato se ne
lavano le mani. Non si azzardano a prendere una decisione che potrebbe
portarli a subire delle critiche da parte di superiori, o potrebbe
portarli ad assumersi necessariamente la responsabilità del proprio
operato. Si rifuggiano piuttosto dietro la legge, 最大法律, la legge
massima, come ha detto ieri una tipa che sta seduta dietro di me. Io
inorridisco. La proff alla lezione seguente ci fa vedere un
documentario su un medico il signor 王忠诚, che si distinse per il proprio
coraggio, audacia e umanità.
Speriamo abbia effetto nelle menti studiose ma poco curiose dei giovani medici cinesi.
Scuola sperimentale dell’attore a Pechino
Friday, March 28th, 2008Sempre il solito caro amico mi chiama dicendo che sta arrivando in città una compagni teatrale italiana, ci sono i biglietti da andare a prendere all’ambasciata, vieni il 27, mi dice, ci sarà un dibattito tra gli attori italiani e cinesi dell’Accademia di Treatro Tradizionele Cinese (NACTA). Faccio del mio meglio per prendere il biglietto, anche se lo strano mondo dell’ambasciata a volte mette i bastoni tra le ruote, alla fine risolvo e ho il biglietto per il 27.
Arrivo nella periferia sud di Pechino, riconosco la scuola, ho già accompagnato lì una mia amica cipriota che faceva una ricerca sulle maschere nell’opera di Pechino. La scuola: facciata nuova mattoni rossi appena ricostruita appare un po’ fredda, fortuna è notte e il ricordo dei vari edifici si perde. Sono molto curiosa di quello che andrò a vedere, un po’ perchè mi manca il teatro. Da non esperta, mi manca sedermi sulle poltrone di velluto comode o scomode che siano e senza pretese intellettuali, farmi portare all’interno della commedia. E’ da un bel po’ di tempo che non mi capita di ridere a teatro e l’ultima volta che accadde a Roma, non ero solo io a sentire la mia voce, ma tutta la paltea rideva a crepapelle, anche le inibizioni degli spettatori erano andate via, tutto ad un tratto.
Quindi, ecco lo spettacolo inizia, scenografia semplice sullo sfondo, un piccolo teatro sul palco, quelli che vedevo da piccola al Gianicolo la domenica, gli attori erano veri, non burattini questa volta, erano persone che rappresentavano il mondo di Pantalone, l’amico nemico di Arlecchino. La scuola sperimentale dell’attore. La compagnia, il vero teatro del burattinaio sul palco, colori finalmente vivi, caldi e tanti. Abbinati da mani sapienti che hanno vissuto in Sud America, luogo che ne sa molto di colori e vivacità intellettuale. Gli attori, giovanissimi recitano in un dialetto o del nord italia, non capisco nulla o quasi. Guardo i cinesi che come me non capiscono le battute in ritardo sullo schermo accanto al palco. Ma l’ultimo dei problemi è capire, comprenderne la trama. Mi prendono i movimenti degli attori, che parlano e si muovono con gesti accentuati e un po’ come il burattino, ripetuti. La comunicazione passa attraverso le mani, i piedi, i saltelli e l’abbassarsi del corpo, non c’è bisogno di parole, tutto quello che conta è la caricatura dei personaggi. Furbetti del quartierino dell’Italia di un po’ di tempo fa, con riferimenti anche ai furbetti di adesso.
Consiglio a tutti di andare.
Per me è stato un po’ come vedere il burattinaio di una volta.