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Censura e Birmania

Saturday, September 29th, 2007
I media occidentali, prima pagina, almeno
quella on line che vedo tutti i giorni da Pechino urlano le violenze
subite dalla popolazione birmana in questo ultimi 5 giorni,
manifestazione trasformata in scontri con morti e feriti, chi dice
dieci persone uccise chi dice varie decine, chi parla di monaci
arrestati o tenuti in arresto in tempi o scuole, chi scrive di "caccia
ai giornalisti". Il video del reporter giapponese ucciso dal soldato
birmano è on line su tutti i quotidiani, le foto dei manifestanti con
le mani in alto e ancora monaci seduti a piedi scalzi, interviste a
religiosi che confermano le violenze. tutto questo nei nostri media.


cosa succede nei media cinesi?

Nel web aleggia la notizia che la
Cina non riporta la questione della crisi in Birmania che non osa
affrontare il problema perchè non ha la coscienza molto pulita in
questione di manifestazioni fermate con la forza delle armi.


Quindi armata di pazienza ho scandagliato un po’ il web cinese, e mi dispiace, la notizia viene riportata.

Adesso non faccio questioni di
contenuto, non ora almeno, parlo di modo o di maniera nel riportare ciò
che avviene nel mondo, che forse riflette anche una maniera diversa di
affrontare i problemi.


La notizia è riportata su tutti i
più grandi quitidiani on line (chinadaily.com, poeple’s daily, shanghai
daily) nella loro versione in inglese e in cinese, dove ci sono
articoli di media lunghezza.


Per una ricerca su google su
Myanmar e China ho trovato approfondimenti sulla situazione politica
tra Cina e Birmania, sul problema delle risorse, sulla posizione
strategica che ha la Birmania nel Golfo del Bengala, su cosa la Cina
deve o può fare per la situaizone di crisi.


Quindi la questione viene riportata ma non strillata, viene messa tra le notizie del mondo, tra Pakistan e Israele.

Adesso cosa c’è dietro questa cautela? oscurantismo e censura? divieto del governo?

Oserei negare oscurantismo e censura. I cinesi non sono stupidi, e sanno bene la loro importanza e ne parlano.

Sulla censura il discorso è lungo:
la censura in cina esiste, e non lo nego, ma è anche vero che chi vuole
accedere a  QUALSIASI tipo di informazione lo può fare.  Certo ci sono 
dei piccoli trucchi con cui si possono aggirare i blocchi e vi giuro
che sono alla portata di un bambino di 6 anni. Magari conoscendo un po’
di inglese si va anche molto lontano, ma anche "solo" con il cinese le
notize ci sono: basta trovarle!


Quindi ero rimansta, al divieto
del governo del pubblicare e informare sulla situazione birmana.
Sicuramente non c’è un divieto altrimenti non si sarebbe trovato nulla
e nulla, insomma mica è un segreto di stato.


Ora confesso tutto questo discorso
dove mi fa arrivare, mi sto facendo influenzare molto da un libro
"Strategie del senso in Cina e in Grecia" di Francois Jullien, sinologo
francese che ne sa davvero parecchio e che per come scrive potrei non
smettere di leggere.


Questo libro vuole spiegare tra le
altre cose come la cina e il mondo occidentale affronta il Conflitto,
tutti i generi di conflitti, dalla discussione tra persone alla guerra
tra nazioni, su come vengono gestiti i rapporti di forza.


Noi diretti e implacabili
affrontiamo il nemico di petto, loro operano trasversalmente o
segretamente. fanno cadere in trappola il nemico, destrutturandolo
dall’interno.




Forse mi sto facendo affascinare
un po’ troppo dalle parole di Jullien…ma sono desidesora di sapere
qual’è la posizione che prenderà la Cina. Forse magari stanno già
discretamente lavorando, segretamente raggirando il governo militare
birmano. Chissà.