Il cacciatore

March 26th, 2011 by yilian

猎人的一只眼大,一只眼小
棕熊的嗓门大,黑熊的嗓门小
娃娃们像山间的野葱
头扎进泥里,藏着
妈妈是家门口弯着腰的树
下半身埋在土里,等着

或者是《四条道》:
一窝蜂有一条道
熊的头到熊的脚
穿山甲有一条道
这山和那山一边儿高
慌张的獾子有一条道
从人参果嗅到箭的尖
发情的野驴有一条道
从红柳滩奔到狼毒草


Refrain

March 26th, 2011 by yilian

 

Creativity and innovation always builds on the past

The past always tries to control the creativity that builds on it

Free societies enable the future by limiting the past

Our is less and less a free society

 

free culture

Home Shop

March 25th, 2011 by yilian

 

www.homeshopbeijing.org

 

 

 

Tradurre

March 25th, 2011 by yilian

Mi ricordo uno dei miei insegnanti dire “Non c’e’ nulla di intraducibile, basta trovare le parole adatte”. C’e’ chi sostiene invece che tradurre e’ tradire, che mai si avra’ una traduzione davvero fedele al testo originario.

Nel processo traduttivo c’e’ controllo e liberta’, bisogna conoscere, leggere l’autore, sapere in che modo usa determinati aggettivi o avverbi. Se i testi potessero parlare sarebbe di gran lunga piu’ semplice, il tono della voce, i sospiri, i silenzi sono espressioni forti. Invece sul testo, no. Ci sono parole, frasi e sintassi. In apparenza fredde ma hai infinite possibilita’ di resa.

Personalmente parto dal controllo, innanzitutto il testo deve essere rinchiuso in alcuni confini, non eccedere, tenere sempre la forma e lo stile dell’autore, e’ lui a scrivere non tu. E questo e’ molto faticoso, non lasciarsi andare, non improvvisare alzate di tono o battute. Lasciar parlare il testo in un’altra lingua. Poi dopo il controllo, esiste almeno per me, il momento di liberta’. In quanto dopo aver compresso e compreso, bisogna dare, far si’ che cio’ che si muove nella propria lingua non sia rigido e asettico. Bisogna far scorrere le parole, giocare il piu’ possibile, senza perdersi. Anche questo non e’ facile, ma e’ la parte piu’ stimolante o irritante a volte.

Quando i cinesi mi parlano della perfezione linguistica della loro lingua divento una iena. Come si puo’ sostenere che una lingua sia migliore rispetto ad un’altra? O solamente che una lingua e’ facile e una lingua difficile. Non so piu’ studio e traduco e piu’ ho rispetto per il meraviglioso mondo dei sinonimi, delle sfumature, delle parafrasi, in ogni lingua.

Come Caratteri Cinesi ci sono anche Paper Republic e China Traducida

 

 

sul set (seconda parte)

March 24th, 2011 by yilian

La scena e’ chiara, accanto a noi ci sono attori professionisti e si prenderanno cura di noi. In tutto in piscina siamo io, L, il mafioso capo attore di Taiwan, gran bel fisico per i suoi 45 o su di li’, un altro capo mafioso, pelato e pieno di tatuaggi veri con uno sguardo acuto, un altro X e un attore giovane giovane, bel sorriso da pubbllicita’, dimenticavo, c’e’ anche la bambola che non parla.

Siamo attorno al barbeque attorno al fuoco, la scena parte, da li’ ci spostiamo in piscina e io mi ritrovo nell’acqua fino alle tette, guardo dietro e vedo che le fanciulle del gruppo non si sono immerse nell’acqua, capisco il perche’ dopo 15 secondi: l’acqua non e’ calda, e’ bollente. Quaranta gradi almeno se non di piu’, mmm, comincio ad essere un po’ in panne. Le fanciulle si immergono anche loro, e comincia l’incubo dell’acqua calda.

Premessa non sono mai stata nelle terme cinesi, da piccola-giovane andavo spesso vicino Roma ma non ricordo un tale caldo, sudore e il cuore che dice, allarme allarme troppo caldo. Penso ce la faro’, tanto dura poco, devo stare tranquilla e uscire al piu’ presto dalla morsa del caldo.

Stiamo tutti nella stessa pozza e anche i cinesi che fanno tanto i gaggi cominciano a dare segni di cedimento, dopo 15 minuti di ammollo a 45 gradi siamo tutti esausti. La prima parte della scena e’ finita, tra schizzi nell’acqua, gente che ride e si diverte, tuffi e mani e braccia che si muovono, mentre il battito cardiaco aumenta e anche il fiatone, la pressione invece scende irrimediabilmente.

Il regista finalmente dice riposo e  ci arrampichiamo tutti sulle rocce finte che dividono la pozza calda e da quella fredda.

Sullo scoglio vedo tutta la troupe indaffarata che continua il suo lavoro, accanto a me il mafioso pelato con i tatuaggi, non sembra aver subito troppo sconvolgimenti dalla temperatura dell’acqua. Il pelato mi guarda, io lo guardo. Io sono stranita, non vedo l’ora che finisca questa sorta di tortura, lui sembra fregarsene e da vero uomo comincia con i complimenti per gli occhi. Io lo ascolto e penso. Ma cazzo, che ci stai provando? Nel bel mezzo della tortura? Tra i 45 e i 50 gradi questo ci prova, non ci credo. E invece si. Mi prende la mano, io imbarazzata e appollaiata sullo scoglio finto senza via di fuga, davanti a me la pozza a 45 gradi accanto a me il pelato mafioso che mi illustra il suo tatuaggio di Spartaco, oddio, spero che rinizi subito la scena.

La scena riprende, altri schizzi, altro fiatone, il pelato mi prende in braccio e mi ributta nell’acqua, ho capito, questo vuol dire divertirsi. Ci fermiamo, questa volta e’ L. che cede. Come me, pressione bassa, giramenti di testa, ti pare che sveniamo in mezzo alla pozza mentre la troupe continua nel suo lavoro? No. Non puo’ accadere. Decido di ripiazzarmi sullo scoglio, comincio a dire parolacce in italiano, con il sorriso sulla bocca, in quanto e’ tutto un po’ ridicolo e assurdo. Il costume gepardato, la sensazione di cedimento, le gambe rosse, quasi lesse. L. si immerge nella pozza fredda, io ci metto i piedi e le mani. Aspetto che il cuore riprenda una pulsazione normale e poi si ricomincia.

Riusciamo a sgusciare tutti fuori dalla pozza, fuori fanno due gradi, ma con l’accappatoio e una giacca sopra non sento freddo, mi giro e vedo solo una persona ancora nell’acqua. L’attore di Taiwan che fa gli addominali sugli scogli mentre il set si prepara alla prossima scena. Ma ti pare? Addominali sugli scogli. Non ho parole. Ma sta bene?

Ci dicono che dobbiamo rientrare nell’acqua, il pelato mi prende di nuovo la mano, stavolta gliela lascio volentieri, ho paura di svenire. L’acqua brucia, e siamo tutti esausti. L’ultima scena, noi con i bicchieri in mano, brindiamo al mafioso capo, squilla il telefono, lui parla al telefono, urla e noi lo guardiamo attoniti.

La ripetiamo due volte ed e’ finita. Solo una bella doccia tiepida e poi asciutta verso la via di casa*.

*sulla via di casa, ho tempo di conoscere il pelato tatuato, si rivela una bella persona, un gran viaggiatore, mesi e mesi in Tibet, Nepal e Yunnan, sono curiosa e lo ascolto, le parole di un quarantenne che non vuole responsabilita’ e ha paura di affrontare se stesso. Spera di ripartire presto, io da parte mia gli auguro, un altro ennesimo buon viaggio.

sul set [parte prima]

March 24th, 2011 by yilian

Ho sempre rifiutato ogni invito per i laowai a piccole apparizioni nel film cinesi, sempre. Tranne questa volta.

Mi chiama un’amica, fotografa di scena, tardo pomeriggio, chiede scusa ma non riesce a trovare nessuno per domani, mi chiede di andare. Il solito rifiuto stava per interrompere subito la telefonata, poi un lampo di genio, mi fa dire “Si va bene”. Le laowai devo essere due, faccio una telefonata anche per L. va bene: domani giornata alternativa.

L’appuntamento con W. che corre da una parte all’altra per scattare mille foto e’ in un albergo alla periferia nord di Pechino. Arriviamo e al telefono mi dice di salire alla stanza 201, la mia camminata molto linchana si interrompe subito, quando ci accoglie un effemminato aiuto regia.  Stretta di mano molliccia, e un sorriso e Halooo 🙂  La stanza disordinata, due uova e del cibo non finito sulla scrivania. Ci spiega un po’ di cosa si tratta, una serie televisiva tra mafiosi e polizziotti, noi saremo le belle fanciulle del mafioso cinese che e’ appena uscito di galera, lo accoglieremo tutti in una piscina riscaldata con champagne. (io dentro di me. COSA!!!!). Cerco di avere un po’ di informazioni in piu’, a marzo a Pechino fa ancora freddo, piscina, costume? COSA?? Il gentile aiuto regista, sorride placidamente, tesoro mi dice, l’acqua sara’ molto calda, non ci saranno problemi.

Sento i passi di W. attutiti dalla moquette rossa che arrivano dal corridoio, la voce invece arriva forte e chiara. “Cazzo, avete una sigaretta, mi sono dimenticata tutto, non ho neanche la macchina, ce l’hanno quelli dall’altra parte del set. Cazzo, voglio fumare.” Non la vedo da tanto W. fotografa, madre e moglie. Una ragazza indipendente dalla faccia tonda e con una gran forza nelle braccia per portarsi in giro sempre le sue due macchine fotografiche. Mi sorride e mi racconta i suoi mesi, infinito lavoro, poche ore di sonno, tempo zero di stare con suo figio e suo marito “Neanche sa qual’e’ la mia faccia” scherza.

Mi lancia due vestiti mezzo sexy sulle gambe e dice “Ti piace, provali che poi ve li dovete mettere”. Mi tranquillizzo, niente costume, niente piscina. I vestiti vanno bene, hanno un nonsoche’ di rassicurante, poteva andare molto peggio.

Arriva il momento di andare, tutti in un piccolo pulmino, noi e un po’ di attori, c’e’ anche la bella  bambolettta che non parla, c’e’ il ciccione mafioso con il pizzetto, il pelato, cattivo anche lui, e altre persone poco identificate. Dopo un bel po’ di strada, le montagne fuori da Pechino si fanno sempre piu’ vicine, il trabiccolo si infila in un grande residence, uno dei piu’ grandi stabilimenti termali di pechino.

La mia associazione mentale e’ immediata: terme=acqua=costume=freddo (fuori fanno 2 gradi circa)

Il trucco, eccomi trasformata in una bella bamboletta russa, capelli corti, pieni di spuma e lacche varie, fondotinta spesso, occhi azzurri azzurri, ma sono i miei. Mi guardo allo specchio e penso, poteva andare peggio. Il cinema maschera tutto, anche il neo di cui vado fiera sopra il labbro superiore.

L. fida compagna curiosa si lascia pettinare e truccare. Ad un certo punto giriamo gli occhi, un costume appare sulla scena. Affermo con dignita’, io non me lo metto. L. scuote anche lei la testa.

Faccio un giro ci sono piscine ovunque, terme, acqua, saune, pietre riscaldate, pozze fredde e calde, e sento che non ci sono piu’ troppe speranze. C’e’ davvero troppa acqua e un costume sul letto.

La realta’ si compie, devo indossare un costume gepardato con un gonnellino marrone. Cristo, stavolta e’ pesante, ma ormai siamo in ballo e balliamo. L. povera, date le sue taglie non proprio cinesi, viene vestita con una sottoveste color violetto, non so chi fa piu ridere delle due.

Il set: mi piace l’atmosfera, tutti indaffarati e attenti a cio’ che si deve e dovra’ fare, si scherza ma avendo sempre un punto  fisso, finire il prima possibile e farlo al meglio. Ci vengono spiegate due o tre cose. La scena un barbeque intorno al fuoco (e menomale, sono gia’ in costume), il boss e’ appena uscito di galera, ci mettiamo in acqua, comincamo a divertirci nell’acqua (cazzo significa, penso io), ci danno da bere, beviamo, al boss arriva una telefonata, un grido di terrore del boss, butta il telefono nell’acqua e noi attoniti lo guardiamo.

Facile, si puo’ fare (ma TUTTO in ACQUA e in COSTUME)

 

(la seconda puntata tra poco, finisco una traduzione che mi sta facendo divertire e impazzire, davvero tutto e’ traducibile? Masini docet o e’ vero il qualunquismo comune che tradurre e’ tradire? Io propendo per il bicchiere mezzo pieno, ma parliamone)

 

 

 

 

Benvenuti al mondo

March 21st, 2011 by yilian

 

Ieri mi sono presa una centrifuga fresca al sapore d’estate che ancora non c’e’, il mio interlocutore anche, in un ristorante con improbabili colori giallo e verde, tutto in plastica all’ingresso ma con sedili di moquette in stile sovietico, al piano di sopra.

Il mio interlocutore ne sa e non se ne vanta. Cosa che mi fa ancor piu’ apprezzare la discussione, aperta , senza inganni o timori. Ovviamente si parla anche di Cina, della Cina di adesso e di quella passata. Mi intrufolo nella conversazione, chiedendo il perche’ della grande depressione che si avverte avendo contatti diretti con i cinesi. Ho una mia teroia, i cinesi over quaranta sono depressi e sconsolati, i trentenni meno, ma anche loro non cedono alle pressioni familiari e dell’azienda per cui lavorano, per cui o ti compri, casa, macchina e moglie, a no, la moglie non si compra ma si trova e ci fai anche un figlio subito o non sei nessuno. I piu’ giovani, li conosco poco, peccato.

Quindi, la mia toeria e’ che i cambiamenti avvenuti nel corso degli ultimi 20 anni, hanno prodotto depressioni, accentuate dall’esigenza della vita contemporanea (casa, sanita’ ed educazione a costi impressionanti)

Il mio interlocutore mi guarda e sogghigna e mi chiede acuto “Tu ti puoi permettere di comprare una casa?” Io rispondo con fermezza “No”. Nella mia testa ringrazio mia madre che l’ha comprata dopo trent’anni di lavoro. L’interlocutore, riprende e dice “Allora per quale ragione un trentenne cinese dovrebbe riuscire a comprarla?” Questa breve provocazione porge il fianco al suo ragionamento: non ci sono veri problemi pratici, i cinesi stanno meglio di prima, molto molto meglio.

Ricorda che negli anni ottanta erano tutti piu’ magri, la piu’ volte citata immagine della ciotola di riso, cavolo e noccioline. Il mondo cinese e’ cambiato velocemente, lo scombussolamento a fatto si’ che alcune persone non stanno reggendo l’impatto. Probabilmente e’ piu’ intimo e nascosto di quanto possiamo concepire. Sono cambiamenti che hanno alterato lo spazio visivo e vitale delle perosne. Palazzi, strade diverse, materiali scintillanti che compongono i grattacieli, colori eccessivi, macchine nuove tante di ogni forma e colore, televiosione con mille programmi nuovi, pubblicita’, chi compra e vende, cose ovunque, di ogni genere. E’ la totale differenza e la conseguente alienazione con il mondo che calpestano i cinesi di oggi a creare l’insoddisfazione.

Dal mio punto di vista, ondeggio tra la praticita’ estrema dei cinesi e quest’importante riflessione che li rende umani, molto umani.

 

Mi verrebbe da dire: benvenuti al mondo.

 

Caratteri Cinesi

March 20th, 2011 by yilian

 

Caratteri Cinesi nasce dall’esigenza di sentire parlare i cinesi stessi, non solo per noi che abbiamo la possibilita’ di farlo regolarmente, tutti i giorni, ma di fare leggere la loro voce. Dopo mesi di approfondimento del web cinese, la piu’ grande biblioteca di umana, abbiamo selezionato delle persone che pensano, scrivono e comunicano.

www.carattericinesi.china-files.com

Intellettuali, pensatori, scrittori e giornalisti. Avranno pur qualche cosa da dire?

Buona lettura

 

 

Ri-tornare

March 20th, 2011 by yilian

Non sono mai partita, o meglio, sono partita, tornata, riparita e ritornata. Adesso ho una casa nuova, piccola con un grande albero davanti la finestra che tra poco, spero pochissimo, comincera’ a germogliare nuovamente. Il divano e’ sempre comodo e il bagno continua a gocciolare.

Ho fatto mille cose in questi mesi di assenza, non tedio nessuno elencandole, sminuirei me stessa e sarebbe complesso riassumere chilometri e chilometri in macchina, spersi nel profondo Guizhou; camminate, finalmente libere a Kunming, mangiando piccole fettine di cocco stradolce. Ci sono stati aerei e permanenze in Italia, Areoflot e’ la migliore compagnia del mondo, o mi illudo che lo sia per i suoi biglietti a portata di mano.

L’Italia come al solito mi accoglie ma mi lascia sempre ripartire, sempre felice di farlo.

Ora, sto entrando in un’altro capitolo della mia vita. Ops, tosta questa affermazione, ma veritiera, per tante di quelle ragioni, quindi l’unica cosa da fare e’ rimboccarsi le maniche.

 

 

Felicita’ e follia

June 17th, 2010 by yilian

 

Per chi volesse tentare una definizione, c’e’ lo spazio sottostante da utilizzare. Mentre giravo per la citta’ pensavo all’intreccio che questi due stati dell’animo possono dare. Quando la razionalita’ viene meno, ma e’ corretto dire che chi e’ felice e’ irrazionale, chi e’ pazzo e’ irrazionale? Sottostanno anche questi due moti intimi all’estrema soddisfazione di un bisogno?

Lo spunto per la mia diatriba e’ nato da questo documentario shiritan 十日谈, una giovane cantante pop di Hongkong intervista delle persone eccentriche, forse folli.

Al limite tra la felicita’ , la disperazione e la follia.

Né il giovane indugi a filosofare né il vecchio di filosofare sia stanco. Non si è né troppo giovani né troppo vecchi per la salute dell’anima. Chi dice che non è ancora giunta l’età di filosofare, o che l’età è già passata, è simile a chi dice che per la felicità non è ancora giunta o è già passata l’età. Cosicché filosofare deve e il giovane e il vecchio: questi perché invecchiando sia giovane di beni per il grato ricordo del passato, quegli perché sia a un tempo giovane e maturo per l’impavidità nei confronti dell’avvenire. Meditare bisogna su ciò che procura la felicità, poiché invero se essa c’è abbiamo tutto, se essa non c’è facciamo tutto per possederla.

Epistola a Meneceo, Epicuro