sul set [parte prima]

Ho sempre rifiutato ogni invito per i laowai a piccole apparizioni nel film cinesi, sempre. Tranne questa volta.

Mi chiama un’amica, fotografa di scena, tardo pomeriggio, chiede scusa ma non riesce a trovare nessuno per domani, mi chiede di andare. Il solito rifiuto stava per interrompere subito la telefonata, poi un lampo di genio, mi fa dire “Si va bene”. Le laowai devo essere due, faccio una telefonata anche per L. va bene: domani giornata alternativa.

L’appuntamento con W. che corre da una parte all’altra per scattare mille foto e’ in un albergo alla periferia nord di Pechino. Arriviamo e al telefono mi dice di salire alla stanza 201, la mia camminata molto linchana si interrompe subito, quando ci accoglie un effemminato aiuto regia.  Stretta di mano molliccia, e un sorriso e Halooo 🙂  La stanza disordinata, due uova e del cibo non finito sulla scrivania. Ci spiega un po’ di cosa si tratta, una serie televisiva tra mafiosi e polizziotti, noi saremo le belle fanciulle del mafioso cinese che e’ appena uscito di galera, lo accoglieremo tutti in una piscina riscaldata con champagne. (io dentro di me. COSA!!!!). Cerco di avere un po’ di informazioni in piu’, a marzo a Pechino fa ancora freddo, piscina, costume? COSA?? Il gentile aiuto regista, sorride placidamente, tesoro mi dice, l’acqua sara’ molto calda, non ci saranno problemi.

Sento i passi di W. attutiti dalla moquette rossa che arrivano dal corridoio, la voce invece arriva forte e chiara. “Cazzo, avete una sigaretta, mi sono dimenticata tutto, non ho neanche la macchina, ce l’hanno quelli dall’altra parte del set. Cazzo, voglio fumare.” Non la vedo da tanto W. fotografa, madre e moglie. Una ragazza indipendente dalla faccia tonda e con una gran forza nelle braccia per portarsi in giro sempre le sue due macchine fotografiche. Mi sorride e mi racconta i suoi mesi, infinito lavoro, poche ore di sonno, tempo zero di stare con suo figio e suo marito “Neanche sa qual’e’ la mia faccia” scherza.

Mi lancia due vestiti mezzo sexy sulle gambe e dice “Ti piace, provali che poi ve li dovete mettere”. Mi tranquillizzo, niente costume, niente piscina. I vestiti vanno bene, hanno un nonsoche’ di rassicurante, poteva andare molto peggio.

Arriva il momento di andare, tutti in un piccolo pulmino, noi e un po’ di attori, c’e’ anche la bella  bambolettta che non parla, c’e’ il ciccione mafioso con il pizzetto, il pelato, cattivo anche lui, e altre persone poco identificate. Dopo un bel po’ di strada, le montagne fuori da Pechino si fanno sempre piu’ vicine, il trabiccolo si infila in un grande residence, uno dei piu’ grandi stabilimenti termali di pechino.

La mia associazione mentale e’ immediata: terme=acqua=costume=freddo (fuori fanno 2 gradi circa)

Il trucco, eccomi trasformata in una bella bamboletta russa, capelli corti, pieni di spuma e lacche varie, fondotinta spesso, occhi azzurri azzurri, ma sono i miei. Mi guardo allo specchio e penso, poteva andare peggio. Il cinema maschera tutto, anche il neo di cui vado fiera sopra il labbro superiore.

L. fida compagna curiosa si lascia pettinare e truccare. Ad un certo punto giriamo gli occhi, un costume appare sulla scena. Affermo con dignita’, io non me lo metto. L. scuote anche lei la testa.

Faccio un giro ci sono piscine ovunque, terme, acqua, saune, pietre riscaldate, pozze fredde e calde, e sento che non ci sono piu’ troppe speranze. C’e’ davvero troppa acqua e un costume sul letto.

La realta’ si compie, devo indossare un costume gepardato con un gonnellino marrone. Cristo, stavolta e’ pesante, ma ormai siamo in ballo e balliamo. L. povera, date le sue taglie non proprio cinesi, viene vestita con una sottoveste color violetto, non so chi fa piu ridere delle due.

Il set: mi piace l’atmosfera, tutti indaffarati e attenti a cio’ che si deve e dovra’ fare, si scherza ma avendo sempre un punto  fisso, finire il prima possibile e farlo al meglio. Ci vengono spiegate due o tre cose. La scena un barbeque intorno al fuoco (e menomale, sono gia’ in costume), il boss e’ appena uscito di galera, ci mettiamo in acqua, comincamo a divertirci nell’acqua (cazzo significa, penso io), ci danno da bere, beviamo, al boss arriva una telefonata, un grido di terrore del boss, butta il telefono nell’acqua e noi attoniti lo guardiamo.

Facile, si puo’ fare (ma TUTTO in ACQUA e in COSTUME)

 

(la seconda puntata tra poco, finisco una traduzione che mi sta facendo divertire e impazzire, davvero tutto e’ traducibile? Masini docet o e’ vero il qualunquismo comune che tradurre e’ tradire? Io propendo per il bicchiere mezzo pieno, ma parliamone)

 

 

 

 

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