Archive for July, 2011
Crisi, pericolo e possibilità
Friday, July 1st, 2011il tale – chengguan
Friday, July 1st, 2011Non me lo ero mai trovata di fronte, ma ne avevo sentito parlare dai giornali, su internet e la gente per strada a volte lo nomina, chi abbassando lo sguardo in segno di sdegno e mortificazione e chi lo manda direttamente a quel paese. Il personaggio in questione è il Chengguan 城管.
Il Chengguan ha diritto e potere di controllare che le piccole attività del quartiere, quindi negozi, piccoli punti vendita, ambulanti, abbiamo i permessi e siano in regola. Il piccolo potere del Chengguan, viene sublimato dalla speranza di essere qualcuno, qualcuno che conta tra le vie di ogni distretto o crocicchio. Perchè può ordinare, dirigere e modificare il corso naturale, anarchico e caotico della vita quotidiana. Quindi non c’è mestiere più triste e fastidioso.
Esco di casa, fischietto, tra la pioggia che cade fina, un sollievo dall’afa che ristagna sotto il tetto grigio. La fruttivendola di fiducia è sempre aperta, una delle poche sicurezze di questo periodo, stabile nelle sue dodici ora al giorno di lavoro. Dopo pochi passi mi trovo tra melanzane, frutti esotici, meloni e angurie (mi hanno detto di non comprare gli Yangmei perchè hanno sempre i vermi, nelle due settimane precedenti ho mangiato solo Yangmei, cazzo). Saluto come ogni giorno, oggi ci sono la signora e la ragazza, che mi rispondono cordiali. Oltre me ci sono altre tre clienti. Scelgo il mio pasto quotidiano, verdure simili al broccolo di sapore ma non per la forma, ottime con la pasta. Mi metto in fila per aspettare che vengano pesate e pagare. Tutto ciò nel quotidiano torpore delle commercianti, andamento naturale dei noi clienti e nell’anarchico posizionamento delle cassette di frutta e verdura, tutto come al solito.
Spunta, però, un suono, gracchiante e fastidioso da un walkie talkie, una bicicletta e con la bicicletta un tale. Scruta il negozio e guarda all’interno, non scende dalla bicicletta, con fare sprezzante urla qualcosa alla signora. Io, assorta nei colori delle verdure, alzo la testa per capire chi è il nuovo arrivato, che rompe i coglioni. La fruttivendola, fa finta di nulla, il tale alza di nuovo la voce, urlando di spostare le cassette che intralciano, di mettere i cetrioli meglio, di fare attenzione ai pomodori che cadono. Nel negozio siamo tre clienti, c’è la fila e la signora era tutta impegnata nelle sue azioni quotidiane, mentre la raggazza lava e pulisce le verdure. La signora continua a pesare le vedure e il tale, non smette di urlare, bofonchiare, indicare, sprezzante, con sguardo misto a “io sono io” e ansia da prestazione.
Io so perfettamente quello che ha in testa la signora, perchè il pensiero tra noi cinque era lo stesso, comune, unico, che si sarebbe potuto chiaramente palpare. Tutte noi pensavamo:
1. Ma guarda questo che deficiente, non può parlare senza urlare?
2. (al secondo urlo del tale) Cazzo, è davvero un cretino!
3. (al terzo urlo del tale) O mio dio, odio puro!
4. (al quarto urlo del tale) Om-ma-ni-pad-me-hum (mantra in coro tra noi clienti, la fruttivendola e la ragazza)
5. (il tale va via) Gioia infinita!