Anno della tigre cominciato da una settimana, mi immergo nelle strade di Pechino, tutte rosse per i festeggiamenti di capodanno. Mi alzo la mattina con un solo scopo, tagliarmi i capelli corti. Anticipo che gia’ ho i capelli corti, quindi vuol dire esclusivamente dare una piccola spuntatina, fatta bene, e magari cercare di essere un po’ originale, un po’ piu’ corti da una parte e un po’ piu’ lunghi dall’altra, giocare un po’ con la mia testa bionda.
Sotto il K. Building c’e’ un posto dove fanno bei tagli, si mormora. Vicino casa, penso e vado. Autobus, affollatto, si sente l’aria di famiglia anche sul 107. Scendo alla fermata, passaggio al 711 per sistemare la mia pancia con delle pallette di riso al salmone avvolto da alghe, detti Onigiri e via alla ricerca dell’artista del capello.
Arrivo nel palazzo, scendo la scala mobile, passo uno spazio che fa pane e torte, uno che vende bigiotteria e peluche a forma di gatto, un supermercato carissimo, ma non trovo il parrucchiere, finche’ in fondo, un locus nero dalla scritta: Creazione alla moda.
Deglutisco ed entro. Il posto merita di esser visitato, tutto nero adornato con drappi di velluto rosso che danno un tocco gothic, specchi ad altezza uomo con cornice d’orata, mi guardo intonro, una piccola faciulla dalla volto molto sveglio e con dei capelli indubbiamente fatti nel 2010 mi accoglie dicendomi “Che prezzo vuoi? 45, 68 o 120? ” Le chiedo la differenza, lei battendo il piede a suon di musica dance che pervade la stanza mi dice “Non c’e’ nessuna differenza, e’ solo questione di tempo, se vuoi una cosa veloce 45 altrimenti spendi di piu'”. Aggrotto le sopracciglia, e lei continua “Il risultato e’ lo stesso, la tecnica e’ quella e’ solo il tempo che cambia”.
E’ inevitabile che io pensi al sesso: una sveltina 45, se vuoi preliminari e una bella serata allora spendi di piu’, il risultato e’ quello, di quello parliamo, no?
Accetto la via di mezzo, tra la sveltina e la bella serata. Mi accoccolo sul divano sotto la televisione, davanti a me altri clienti che mi guardano, e io sotto lo schermo, molto Laowai direi, molto straniera, un po’ me ne vanto delle mie stoltezze. Aspetto, mi gusto il te’ verde in cartone con cannuccie lunghissime offerto da Creazione alla moda e mi guardo intorno.
Ci sono tanti ragazzi che lavorano e tanti clienti, uomini e donne. Tutti con il proprio ruolo, che non si deve confondere, c’e’ chi fa accomodare, chi lava e chi taglia. Indossano vestiti diversi, chi taglia non ha grembiule o quanto, ma i propri Jeans e le proprie magliette molto stylish.
Arriva il mio turno, mi lavano i capelli su di una poltrona posizionata in orizzontale, come su di un letto guardo il soffitto, appeso al soffitto un quadro ritraeva una donna occidentale in stile fine settecento, cornice d’oro appesa, tutto nero attorno, poltrona compresa. Comincio anche io a battere il piede a suon di I will survive, versione dance ovviamente.
Il lavaggio e’ finito, con i miei mille ascuigamanini colorati mi dirigo sulla poltrona, e arriva il Maestro.
Cosi’ mi dicono “Aspetta il maestro, e’ lui che taglia”. Arriva William, cosi’ dice di chiamarsi. Ragazzo trentenne, con l’unghia del mignolo lunga almeno tre centimetri (spero non mi si conficchi in un occhio) .
Lo guardo, incrocio le dita sotto il drappo bianco che mi hanno messo al collo. E’ facile, il taglio rimane quello, solo un po’ piu’ corti. Guardo la facccia di William che viene dal Guangdong, lavora tanto mi dice ma gli piace, e lo fa con esperienza, (chissa’ quante sveltine gli passano al giorno). Aggiunge “Corti, ma sei una donna”.
Io lo osservo, questo e’ william: biondo tinto, con un crestone al centro della testa che si propende davanti al volto, una sorta di ciuffo del ventunesimo secolo, ai lati capelli abbastanza corti rifiniti tra minirasature e sfoltimenti attenti. Oltretutto William e’ gay. Lui lo sa e lo so anche io.
Quindi all’affermazione Tu sei una donna, associata al volere aver i capelli corti, per poco non suscita una mia sonora risata diretta sulla sua faccia. Invece, con serieta’ sostengo che la lunghezza dei capelli ha ben poco a vedere con l’essere donna e femminile.
Non so perche’ William si e’ fatto mille problemi per tagliarmi i capelli corti, gli ho chiesto almeno tre volte di tagliare, tagliare e tagliare. Ogni volta che glielo chiedevo pensavo di non voler nulla di speciale, ma in effetti le donne cinesi non hanno i capelli corti. Le donne cinesi sono donne con la chioma lunga e folta, che lanciano da una parte all’altra del collo per ammaliare i predatori cinesi e non.
Mi sono chiesta che vuol dire essere anticonformista in Cina, avere una cresta bionda forse e’ essere alla moda, ma essere alla moda e’ diverso da essere anticonformista. Mi chiedo c’e’ spazio per l’anticonformismo? Qual’e’ l’espressione di questo nella Cina contemporanea? I cinesi giovani sono anticonformisti, oppure dietro i tagli bizzarri, dietro la musica rock che continua e le opere d’arte contemporanea esposte e pagate, ci sono tanti piccoli omini vestiti di blu e grigio che si incanalano dove la massa va?
E queste domande me le faccio ancora, dopo sei anni di vita in Cina. Non credo ci sia nulla da fare, la Cina continua a rimanere un luogo meraviglioso e misterioso, che a volte fa stringere i pugni dalla rabbia e a volte ridere a crepapelle.