Labirinto tutto mio
Saturday, January 19th, 2008
Serata con mostra alla galleria continua. Niente di meglio per ritrovarmi parzialmente a pensare al mondo dell’arte e o meglio degli artisti o artistoidi, visto dall’esterno. Una sorta di difficoltà di approccio, per la mia non proprio diplomazia e per la mia personale ricerca di sincerità e chiarezza che in certi ambienti è difficile da incontrare. Saluti e occhiate, di sfuggita, che ossevano il nuovo entrato con la coda dell’occhio (di serpente). Ma sarà un senso di inferiorità che mi porto dietro dai tempi del liceo, non so io neanche perchè o sarà una voglia di apparire frustrata o forse, semplicemente non appartengo a quello che mi trovo davanti, mi irrigidisco, sorrido anche io e mi spiace cerco di essere diversa da tutti gi altri, a modo mio. Il fatto che di artisti o artstoidi nella mia piccola esperienza ne ho visti, ho parlato del più e del meno e singolarmente, fino qui tutto bene, come diceva L’odio. La massa di gente che si squadra a vicenda mi rende nervosa e insofferente, prendo il mio prosecco e mi metto a gironzolare per la mostra, c’è mi invita a cena, rifiuto, per stizza e mi inoltro nel labirinto. Opera d’arte dell’artista italiano Michelangelo Pistoletto, labirinto di specchi e di cartone, prima il cartone poi la casa degli specchi: dentro luci e immagini riflesse ovunque da farti sembrare in un’astronave vuota ma ancora luminosa, calda comunque. Esco dalla casa, evito gli sguardi di chi fa public relation e mi inoltro sulle scale, mi spiace di aver rifiutato l’invito, ma ormai è tardi, arrivo nell’altra stanza, il Pozzo. Cartone, di nuovo attorno, guardo giù e di nuovo specchi. La mia immagine riflessa ancora una volta che mi fa di nuovo notare chi sono.